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Bomba da 102 milioni sulla Regione Lazio

Condannata dal tribunale a saldare le fatture Idi ignorate dalla Asl

Valeria Di Corrado
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Stangata per la Regione Lazio nella gestione della sanità pubblica. La Corte d'appello di Roma ha condannato l'amministrazione regionale a pagare oltre 102 milioni di euro a Ubi Factor spa, la società di factoring a cui il 25 gennaio del 2010 era stato ceduto il credito vantato dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, titolare degli ospedali Idi e San Carlo di Nancy. Il factoring è un contratto con il quale l'impresa cede a una società specializzata i propri crediti esistenti o futuri, al fine di ottenere subito liquidità e una serie di servizi correlati alla gestione del credito ceduto. Per approfondire leggi anche: Mascherine fantasma alla Regione Lazio La somma rivendicata da Ubi Factor e accordata dai giudici d'appello, ribaltando la pronuncia dei colleghi di primo grado, riguarda una serie di fatture emesse tra il 1995 e il 2008 dall'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Istituto di ricerca a carattere scientifico) e dal San Carlo di Nancy (ospedale privato «classificato»). Le due strutture romane erano erogatrici di prestazioni sanitarie in regime di accreditamento, nell'ambito del sistema sanitario regionale. E visto che la Dgr del Lazio n.602 del 2004 ha introdotto un sistema di pagamento accentrato sulla Regione, non spetta alla Asl Roma 1 (già Asl Roma E) far fronte alle richieste economiche di Ubi Factor e Unicredit Factoring. L'amministrazione regionale infatti... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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