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Omicidio Luca Sacchi, Anastasiya chiede la revoca dell'obbligo di firma

Andrea Ossino
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“Una parte della ricostruzione dei fatti sostenuta dall'accusa è erronea rispetto ai dati emersi nel corso delle indagini”. Con queste parole l'avvocato di Anastasiya Kylemnyk, Giuseppe Cincioni, ha motivato la richiesta di revoca della misura cautelare a cui la fidanzata di Luca Sacchi, il personal trainer ucciso lo scorso 23 ottobre, dopo essere stata accusata di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Leggi anche: L'ultima bugia di Anastasiya: i 70mila euro servivano a... Nella sua borsa, ritengono gli inquirenti, erano custoditi i soldi necessari all'acquisto di 15 chili di “erba”. Secondo l'accusa quindi, la baby sitter di origini ucraine avrebbe avuto un ruolo nella compravendita di droga sfociata nell'omicidio del suo fidanzato, ucciso con un revolver calibro 38 da Valerio Del Grosso a pochi metri dal pub John Cabot di via Tommaso Mommsen. Per questo motivo la venticinquenne, dal 29 novembre scorso, è costretta a recarsi tre volte la settimana in caserma per ottemperare all'obbligo di firma. Il killer ha invece rinunciato al ricorrere al tribunale della Libertà. “La ricostituzione della Procura è lacunosa”, ha invece detto al termine dell'udienza il legale di Giovanni Princi, l'amico del liceo della vittima in carcere con le stesse accuse di Anastasiya. A sostegno della tesi accusatoria il sostituto procuratore Nadia Plastina ha depositato nuovi atti, come la testimonianza di Domenico Munoz: l'amico di Sacchi presente la sera dell'omicidio avrebbe fornito elementi importanti capaci di incastrare gli indagati. Il Tribunale, al termine dell'udienza durata poche ore, si è riservato: la decisione arriverà nei prossimi giorni. 

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