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Tredicenne suicida a Roma. Spariscono i messaggi delle chat

Le accuse apparse sulla lavagna di ThisCrush, social molto diffuso tra i giovanissimi

Carlo Antini
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«Se tu non esistessi sarebbe tutto migliore». Questo è solo uno dei terrificanti messaggi apparsi sulla bacheca di Ludovica (il nome è di fantasia), la ragazzina di 13 anni che domenica si è tolta la vita lanciandosi dal nono piano della sua abitazione in zona Aurelio a Roma. Il tragico episodio di cyberbullismo è avvenuto attraverso il social ThisCrush, molto in voga tra i giovanissimi e a cui si accede tramite Instagram. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine al momento senza titolo di reato, la polizia postale ha sequestrato lo smartphone della ragazza e sta cercando di risalire agli autori dei messaggi lasciati sulla bacheca della giovane vittima.   «Il suicidio della ragazzina, appena tredicenne, lanciatasi dal nono piano della sua casa a Roma, si unisce all'interminabile novero di vittime del cyberbullismo dinanzi al quale tutti, dalla politica alle istituzioni alle scuole, abbiamo l'imperativo categorico di fare qualcosa». Lo dichiara, in una nota, Licia Ronzulli, presidente della commissione bicamerale per l'Infanzia e l'adolescenza, commentando il tragico episodio di Roma. «Occorre intervenire in maniera sinergica - aggiunge - coinvolgendo congiuntamente scuola, famiglia, istituzione e autorità giudiziaria. Bisogna garantire la certezza della pena e potenziare le misure di prevenzione con apposite campagne che coinvolgano in primis le famiglie, prime sentinelle in grado di intercettare il comportamento dei propri figli e il malessere dietro cui si cela la violenza, sia essa subìta o inferta. Nel corso della indagine conoscitiva sul cyberbullismo, la Commissione Infanzia ha chiesto ai ministri audìti di stanziare adeguate risorse per sostenere le iniziative informative e formative rivolte alle famiglie e a tutti quegli attori sociali che gravitano attorno alla vita del minore. Inoltre, come ho previsto nel mio disegno di legge, è imprescindibile il coinvolgimento degli operatori di rete prevedendo come obbligatoria e gratuita l'installazione di filtri di protezione e di sistemi di parental control su tutti i devices. La battaglia al bullismo e al cyberbullismo può essere vincente solo se condivisa da tutte le parti sociali e istituzionali, altrimenti resterà solo metà retorica politica».

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