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A Roma prendi la metro e rischi la vita

Avviso choc dei giudici sulle scale mobili delle stazioni: indecente la loro manutenzione. Gradini riparati con graffette, occultati gli incidenti. Chiusa l'inchiesta, raffica di indagati

Franco Bechis
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Meglio farsi il segno della croce prima di scendere sulle scale mobili della metropolitana di Roma, perché qualunque cosa in qualsiasi momento potrebbe accadere. Esattamente come accadde alla stazione di Repubblica nel tardo pomeriggio del 23 ottobre di un anno fa, quando 24 tifosi del Cska di Mosca volarono da quei gradini improvvisamente impazziti finendo in ospedale. O come sarebbe potuto accadere a Barberini o a Spagna dove le scale mobili furono fermate e sequestrate successivamente anche da provvedimenti della magistratura. Salire su quei gradini è pericoloso ancora oggi, ha rivelato ieri il gip di Roma Massimo Di Lauro motivando quattro provvedimenti cautelari nei confronti di funzionari di Atac e della società che doveva fare la manutenzione di quelle scale, la Metroroma scarl. Leggendo le intercettazioni di quei funzionari (e di molti altri indagati) secondo il gip infatti “appare evidente che permane il preoccupante stato di pericolo per l'incolumità pubblica e nello specifico dei fruitori della metropolitana di Roma”. Perché è “indegna la gestione degli impianti delle scale mobili e totale il disinteresse per la sicurezza”, visto che molti incidenti sono stati segretati e che altrettanti guasti di regola “non vengono segnalati e anzi opportunamente occultati”. Ancora oggi così “permangono problematiche tecniche legate a pregressi o attuali manomissioni, il tutto da rendere non escludibile l'avverarsi di ulteriori sinistri che potrebbero trovare epilogo di minore gravità solo per il verificarsi di concomitanti circostanze cioè favorevoli agli utenti”. Sono da brivido le quasi cento pagine dell'ordinanza scritta da Di Lauro, un terribile j'accuse nei confronti della gestione dei trasporti di Roma e sulla qualità dei funzionari pubblici che dovrebbero assicurarne il buon funzionamento. Uno spaccato che non solo oggi richiederebbe il pugno di ferro del sindaco di Roma Virginia Raggi nei confronti dei vertici della società di trasporto locale, ma che dovrebbe fare riflettere anche il governo guidato da Giuseppe Conte, perché se oggi migliaia di cittadini corrono rischi per la propria incolumità utilizzando servizi e infrastrutture pubbliche, la ragione è soprattutto in un sistema normativo sugli appalti che bisogna modificare profondamente. In tutta l'Atac solo un funzionario, il responsabile di fase Franco Middei, saltò infatti sulla sedia quando scoprì la percentuale di ribasso proposta dal consorzio vincitore della gara di appalto per la manutenzione delle scale mobili della metropolitana di Roma: il 49,73%. Solo lui si è chiesto come avrebbero potuto fornire un servizio decente spendendo così poco. Poi però è andato a vedere le gare precedenti scoprendo che entrambe erano state vinte con ribassi altissimi: la prima volta del 55,10% e la seconda volta del 45,07%. Era la regola, non l'eccezione. Ma proprio da quel super sconto è derivata quella che il gip chiama “questa indegna gestione degli impianti delle scale mobili”. Spiega il giudice Di Lauro: “Deve poi osservarsi come 1'inadempimento parrebbe originare già dalla stipula del contratto di appalto considerato sia il forte ribasso ( quasi il 50%), che -come detto- aveva destato sospetti nello stesso funzionario Atac Middei, sia, e forse diremmo soprattutto, la palese insufficienza di uomini e mezzi approntati da Metroroma in relazione al numero degli impianti di traslazione e quindi al numero degli interventi di manutenzione”. E' evidente anche a un bambino che se un'opera può essere prestata al 50% del prezzo di mercato, le ipotesi sono solo due: o è folle il prezzo di mercato, o è folle lo sconto proposto. Sono quasi certo della seconda ipotesi, perché quasi sempre quella gara al ribasso è la regola con cui si ottengono gli appalti e poi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Asfaltano le strade, e alle prime piogge si riempono di buche perché i materiali utilizzati valgono poco, e con la manutenzione continua alla fine il prezzo che le amministrazioni pubbliche pagano è ben più alto di quello di partenza. Succede per le buche delle strade, succede per tanti altri appalti pubblici. E questo è il costo minore che si deve pagare, perché l'alternativa è proprio quella drammatica scoperta dall'inchiesta dei magistrati romani sulla metropolitana e le sue stazioni. Al prezzo offerto la manutenzione semplicemente non era fatta, e sarebbe stato impossibile il contrario. Peggio ancora però: quando si scopriva che qualcosa non funzionava, o si nascondeva il problema truccando relazioni e controlli o si riparavano i guasti con qualcosa di simile a pezzetti di scotch fregandosene di mettere a rischio la vita o la salute degli utenti. Sono stati riparati più o meno in quel modo i gradini rotti delle stazioni della metropolitana di Roma, e solo per un miracolo qualcuno non ci ha rimesso la vita. Oggi i magistrati hanno scoperto questa scandalosa gestione, e individuato i dirigenti e funzionari presunti colpevoli. Ma non basta la loro inchiesta se tutto resta come prima.

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