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Undici colpi sul vicebrigadiere. Il coltello portato dagli Usa

Francesca Musacchio
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Undici coltellate. Tanti sono i colpi che hanno raggiunto il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, morto il 26 luglio scorso. E quanto emerge dall'autopsia effettuata sul corpo del carabiniere ferito la notte tra giovedì e venerdì nel quartiere Prati a Roma. Mentre a piazza Monte di Pietà si radunava una folla composta per onorare la memoria del militare originario di Somma Vesuviana, le informazioni arrivate dall'esame autoptico confermano l'efferatezza dell'omicidio. Il presunto responsabile, l'americano Elder Finnegan Lee, avrebbe inferto 11 colpi, ben tre in più rispetto a quelli che sono stati rilevati in un primo momento sul corpo della vittima. Secondo l'autopsia, il carabiniere deceduto a causa della forte emorragia. E proprio sull' arma usata per colpire a morte il carabiniere, stando a quanto emerso si tratterebbe di un coltello di 19 centimetri che il presunto assassino avrebbero portato in valigia dagli Stati Uniti. L'arma, poi, durante le perquisizioni sarebbe stata ritrovata nella stanza d' albergo dove i due ragazzi alloggiavano non lontano dal luogo in cui é avvenuto l'omicidio... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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