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Via Smith e via Satta, ecco le case popolari da baraccati

Sos del Comitato spontaneo di Casal Bruciato: "Qui dentro piove m...a"

Grazia Maria Coletti
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«Qui piove Stefà, non puoi capì, dentro le bacinelle ci sta la merda, vedi quelle due pallette là? È merda, non si può più stare qui, con le carrozzine qua sotto non si può più stare, qualche giorno ancora e crolliamo». È il drammatico messaggio all'amica Stefania di Martina, una giovane mamma. Lei si scuserà, poi, per quella parolaccia ripetuta nella richiesta d'aiuto in dialetto romanesco, che ci ha colpito come un pugno nello stomaco, quando abbiamo visto il video girato con il telefonino che l'accompagna, e non certo per la volgarità, ma perché era tutto vero: non era solo pioggia quella raccolta nei secchi, qualche giorno, fa nell'androne del palazzo dove abitano decine di famiglie. E quando ripiove ci risiamo. È questo il drammatico biglietto da visita delle case popolari comunali di via Tommaso Smith. E se non è l'androne, i secchi bisogna tenerli in casa, in cucina, al bagno in camera da letto. Stesso "film" in via Satta. Siamo a Casal Bruciato, periferia in 4° Municipio nota alle recenti cronache per la rivolta e la cacciata di una famiglia rom assegnataria di una casa popolare settimane fa. Ma oggi il Comitato spontaneo di Casal Bruciato racconta come si vive nei 17 palazzoni grigi e blu, con affaccio su piazza Balsamo Crivelli, due entrate e relative scale, tutti con gli stessi problemi: infiltrazioni d'acqua, pareti e soffitti pieni di muffa, cornicioni, balconi e intonaci che cadono a pezzi. «Sono anni che stiamo così ed è sempre peggio» dice Stefania Martelloni, 36 anni, sposata e madre di tre bambini di 12, 10 e 3 anni. Del suo quartiere, però, parla con orgoglio. «Casal Bruciato è bellissimo - dice - pieno di negozi e di famiglie giovani, e anche queste case popolari erano bellissime. Costruite per gli studenti, poi vennero i calabresi alluvionati quando l'emergenza abitativa ancora non c'era. E ora come sono ridotte. Queste che vedete - continua - sono le foto scattate all'interno degli appartamenti, che non vedono manutenzione da tempo immemorabile. Due mesi fa - continua Stefania - l'ultimo sopralluogo, cui è seguito l'ennesimo nulla di fatto. Vengono, fanno le foto e poi non si vede più nessuno. Almeno facessero i lavori di manutenzione a chi paga l'affitto, non dico agli occupanti, perché anche qui ce ne sono e nessuno li manda via». Invece continua lo scaricabarile. «Prima la Romeo, poi la Prelios, ed ora il Comune di Roma, ma le cose non cambiano». E nelle case popolari si continua a soffrire. Muffa, tubature obsolete, incrostazioni, infiltrazioni d'acqua che sembrano fiumi. «La salute è a rischio, soprattutto quella di anziani e bambini, le persone più fragili». Fare i lavori pagandoli di tasca propria è impensabile. Troppo grandi le falle per poter essere tamponate. «Appena togli una mattonella crolla tutto, le tubazioni sono fradicie, e quasi nessuno è riuscito a rifare i bagni a proprie spese, neanche mio marito che fa il piastrellista, perché bisognerebbe spendere una fortuna per rifare tutto». Così le perdite diventano fiumi. Nell'appartamento di Renato, che vive all'ottavo piano di via Smith al civico 30, le infiltrazioni hanno fatto crollare la parete dove era appeso lo scaldabagno dell'inquilino del piano di sotto. «Inutili fax, lettere, siamo andati anche nella sede della vecchia Romeo, ma non c'è stato niente da fare». Male dentro, peggio fuori. «Le ringhiere sono a pezzi, i cornicioni e balconi distrutti, c'è pericolo per l'incolumità, faranno i lavori quando ci scappa il morto» dice un'altra inquilina, Antonella Colonnese. Le famiglie protestano. «Le segnalazioni vengono fatte continuamente ma la risposta è sempre la stessa. Eppure il Comune pretende i pagamenti degli affitti regolari e anche l'aumento a breve, e al posto della manutenzione lo scaricabarile». "Ma si può vivere in queste condizioni disumane - dice Fabrizio Montanini, portavoce Coordinamento d'azione IV Municipio  - con bambini piccoli, anziani e portatori di handicap,  esposte al rischio di infezioni in ambienti insalubri, non tollereremo un attimo di più che decine di famiglie subiscano per la mancata manutenzione, Comune di Roma e Municipio escano dall'immobilità e agiscano per riportare decoro e sicurezza nelle case Erp". 

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