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Papa Francesco visita il "Villaggio Emanuele"

Il Pontefice nella struttura dedicata alla cura delle persone affette da morbo di Alzheimer

Silvia Sfregola
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Alle ore 15.30 di questo pomeriggio, proseguendo l'impegno pastorale dei Venerdì della Misericordia, il Santo Padre Francesco - come reso noto da un comunicato stampa della Santa Sede - ha lasciato Casa Santa Marta per recarsi in visita al Villaggio Emanuele alla Bufalotta, nella periferia nord di Roma. Il Santo Padre è stato accompagnato - come di consueto in queste visite - da S.E. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Il Villaggio Emanuele sorge all'interno del Parco delle Sabine ed è una struttura dedicata alla cura delle persone affette da morbo di Alzheimer, organizzata come un vero e proprio Villaggio, che consente agli ospiti di vivere in condizioni di normalità, riproducendo tanti piccoli aspetti della vita quotidiana, necessari a chi vive questa difficile patologia per creare e mantenere un ponte di comunicazione con l'esterno, promuovendo la socializzazione e l'inclusione. Il Villaggio è intitolato al suo fondatore il Prof. Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente onorario della Fondazione Roma, che con lungimiranza si è prodigato per ricercare una soluzione innovativa per l'assistenza residenziale alle persone colpite da Alzheimer. I residenti, insieme al Presidente onorario della Fondazione Roma, Prof. Emanuele, e all'attuale Presidente in carica, Franco Parasassi, hanno accompagnato il Papa nelle varie aree della struttura: alcuni ospiti hanno così ricevuto l'inaspettata visita ed hanno avuto modo di intrattenersi e di scambiare alcune parole con Papa Francesco che, prima di lasciare il Villaggio Emanuele, ha donato una pergamena con un pensiero scritto a mano e una tela raffigurante la Natività. Il Santo Padre, con questa visita, ha voluto rivolgere la Sua attenzione alle condizioni di esclusione e di solitudine che una malattia come il morbo di Alzheimer rischia di generare nelle persone lasciate spesso sole dalla società, creando nei familiari un forte disorientamento, disagio e sofferenza. Il progressivo aumento delle aspettative di vita richiama anche una maggiore consapevolezza e rispetto delle necessità e della dignità di chi vive su di sé questa malattia e di chi si trova accanto al malato.  

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