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Lo stadio era a un passo dal via. Ora tutto si ferma ancora

Il Comune doveva votare la convenzione urbanistica. Ma la nuova inchiesta impedirà di far partire i cantieri entro quest'anno

Fernando M. Magliaro
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Il traguardo iniziava a vedersi: le trattative fra la Roma e il Campidoglio, dopo settimane di incontri, erano giunte vicine a sciogliere tutti i nodi legati alla mobilità, dai 930 metri di divaricazione delle corsie della via del Mare/Ostiense, all'acquisto dei treni per la Roma-Lido e agli interventi sui binari morti da creare per consentire il parcheggio dei convogli in occasione delle partite sia a Tor di Valle (Roma-Lido) che a Magliana Fs. Ora, l'arresto del presidente del Consiglio comunale, il 5Stelle Marcello De Vito, quasi certamente allungherà ancora i tempi. E, di votare variante e convenzione urbanistica in tempo utile - magari prima delle elezioni europee - per consentire l'apertura dei cantieri entro fine anno, difficile se non impossibile parlarne. LA ROMA: LO STADIO È UN DIRITTO ACQUISITO Intervistato per SkySport24, il vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni, è categorico: «Il progetto Stadio è passato attraverso una procedura amministrativa così lunga e complessa che è difficile pensare che possano esserci atti viziati. Sullo Stadio, come procedura amministrativa, non ci possono e non ci devono essere dubbi e questo costituisce un diritto acquisito da parte della Roma che, per noi, non è un'aspettativa ma un diritto a vederlo realizzato nei tempi più rapidi possibili visto che la conferenza di servizi l'ha approvato oramai da 15 mesi. Da un punto di vista giuridico non c'è alcun motivo per un rallentamento del processo». A conferma... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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