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Ambulanze bloccate, malati a piedi

Ospedali romani pieni: i mezzi restano fermi con i pazienti a bordo e non possono intervenire. Per le urgenze bisogna pagare i privati

Antonio Sbraga
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Più che parcheggi, ormai, le aree di sosta davanti ai Pronto soccorso romani sembrano quelle delle concessionarie di ambulanze. A mezzogiorno di ieri, infatti, si è toccato il record: ben 56 mezzi costretti allo stop prolungato a causa del blocco-barelle nelle strutture d'emergenza-urgenza talmente sovraffollate che riescono a “sbarellare” i pazienti solo dopo ore di attesa. Con i conseguenti affollamenti dei piazzali, costipati dalle ambulanze e le relative equipe di autisti, barellieri ed infermieri in attesa della restituzione delle barelle: 10 impilate davanti al Sant'Andrea, 9 al Pertini, 6 al Gemelli, 5 sia al policlinico Umberto I che in quello di Tor Vergata, 4 al Casilino (e a Frascati), 3 al San Giovanni-Addolorata e al Vannini, 2 al San Filippo Neri e anche al nuovo Ospedale dei Castelli. Una ressa che è andata avanti per tutto il pomeriggio: alle 18, infatti, c'erano ben 2316 pazienti ad affollare le 44 strutture d'emergenza laziali. Metà di «pazienti in trattamento» (1167) e l'altra metà divisa tra quelli «in attesa» (575) e l'altra già visitata, ma ferma in barella prima dell'assegnazione del «ricovero o trasferimento» (574). La situazione più congestionata all'Umberto I: 132 pazienti, di cui 51 in attesa di ricovero o trasferimento, 19 al triage e 59 in trattamento. Seguono al secondo posto, ex aequo, i Policlinici Tor Vergata e Casilino, che distanziano di due sole unità il Gemelli (129) sul mesto podio dei più Pronto soccorso più sovraffollati. Nella top-ten seguono tutti altri nosocomi romani, tranne la settima posizione del «Santa Maria Goretti» di Latina (104) e la decima dello «Spaziani» di Frosinone (66) ex aequo col San Filippo Neri. Preceduti dal Pertini (124), il Sant'Andrea (116) e il San Camillo (105): nel nosocomio di Circonvallazione Gianicolense c'è ormai «una astanteria di fatto non narrata nell'atto aziendale con tanto di entrata convenzionale dei parenti nel codice rosso ovvero in locali dove l'emergenza è assoluta - denuncia Stefano Barone, segretario provinciale del sindacato infermieristico Nursind - Mancano i posti letto e manca personale». Tant'è che diventano «sconcertanti i tempi d'attesa - commenta Giuseppe Simeone (FI), presidente della commissione Sanità della Regione Lazio - Vi sono ambulanze rimaste “congelate” per 8/9 ore. I casi più eclatanti si segnalano al Policlinico Casilino, all'Umberto I, al San Giovanni, al Pertini e perfino al Gemelli. Questa paralisi ha provocato un blocco per diverse ore di decine e decine di mezzi, impossibilitati a recepire chiamate d'aiuto. C'è poi il problema più generale di ambulanze del 118 ferme perché le barelle che vengono utilizzate per trasportare i pazienti si trasformano in... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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