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Poteri per Roma e spazio alle start up

Da sinistra D'Amico, Mondello e Dinoi

Luigi Frasca
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Le start up possono essere la scintilla per rilanciare lo sviluppo dell'economia romana e regionale. Ma servono anche più poteri per la Capitale, che non può essere considerata alla stregua di tutte le altre città. Su questi due temi si è concentrata la conferenza programmatica di Confimprese Lazio e Roma Capitale, che si è tenuta oggi al Tempio di Adriano a piazza di Pietra. Durante l'incontro dal titolo "Roma: re-start (up) da qui!", hanno preso la parola diversi protagonisti del mondo istituzionale e imprenditoriale. "Oggi parliamo di proposte valide e concrete - ha spiegato Guido D'Amico, presidente ConfimpreseItalia - che potranno valorizzare ancor di più l'impegno di un'associazione che, in poco tempo, si è attestata al quarto posto a livello regionale per numero di associati e dipendenti e al terzo come presenza territoriale essendo attiva nelle cinque province del Lazio". "Una crescita complessiva nel tessuto regionale - per il presidente Confimprese di Roma Capitale Domenico Colella - anche alla luce del fatto che il 12 per cento delle start up del Paese vengono dal Lazio". Il segretario generale Confimprese Roma Capitale, Mino Dinoi ha sottolineato lo spirito della nuova era dell'associazione: "Noi saremo le orecchie che ascolteranno i professionisti, le micro, le piccole e le medie imprese offrendo servizi di qualità che, in quanto tali, rappresenteranno il valore aggiunto per creare un volano di sviluppo economico romano e regionale. Infine, saremo la voce che rappresenterà le realtà nel loro rapporto con le istituzioni perché le esigenze della categoria vengano accolte". L'imprenditore ed ex presidente della Camera di Commercio di Roma, Andrea Mondello, applauditissimo dalla platea di duecento persone, tra addetti ai lavori e studenti dell'istituto Lucio Lombardo Radice, ha voluto denunciare che "Roma  viene maltrattata dalle istituzioni pubbliche perché le vengono conferiti meno risorse di quanto siano necessarie: Roma non è ladrona, è stata scippata. Ora serve un piano Marshall per gli investimenti o il problema non si risolverà mai". Inoltre ha ricordato la necessità di dotare di poteri speciali la città. "Un tema - ha sorriso - di cui parlo dal 1988 e che i politici hanno sempre sposato senza tuttavia agire concretamente". C'era anche il presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito, convinto che "sul rilancio di Roma non dovrebbero esserci divisioni e strumentalizzazioni come invece spesso avviene pure su temi importanti. Per la Capitale serve un un modello istituzionale speciale senza cui non si potrà rilanciare la città". Tuttavia, "i romani non sono stati con le mani in mano - ha sottolineato Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma - ma hanno scelto la via dell'impresa. Per questo non c'è stato un eccessivo crollo. Ora, però, questo non ci basta perché vogliamo ridiventare punto di riferimento per l'Italia". E se l'assessore alle Attività produttive della Regione Lazio, Guido Fabiani, ha spiegato gli impegni assunti proprio per rilanciare le start up e le imprese create dai giovani, il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, non ha risparmiato la stoccata denunciando "l'incompetenza" del Campidoglio anche se si è detto pronto a lavorare sul tema di un ordinamento che permetta a Roma di vedere riconosciuto il suo ruolo particolare. Infine Confimprese ha consegnato alcuni attestati agli alunni dell' istituto tecnico romano.

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