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Roma senza acqua, si punta allo stato di calamità

Ancora nessun accordo tra Regione e Acea per evitare i distacchi. Al vaglio lo stato di emergenza che consentirebbe di "sforare" i prelievi

Susanna Novelli
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Ancora quarantotto ore con il fiato sospeso e le taniche pronte per affrontare l'emergenza, l'ennesima, che potrebbe colpire la Capitale. Nessuna soluzione, concreta dall'incontro di ieri al ministero, ma segnali ancora di «guerra» in serata. La Regione Lazio infatti in un comunicato diffuso a incontro terminato ha reso noto «di aver ricevuto una comunicazione ufficiale da parte di Acea Spa, in cui ci viene formalizzato quanto già in precedenza dichiarato, e cioè che "le fonti di approvvigionamento attualmente in uso destinate al fabbisogno idropotabile di Roma Capitale, con la sola eccezione di Bracciano, non possono essere allo stato incrementate della loro portata derivata"». Poi la precisazione dell'azienda: «Non si tratta di non essere in grado di incrementare altre fonti di approvvigionamento per sopperire all' ordinanza di blocco di captazione dal lago di Bracciano, come si legge nella nota della Pisana. I limiti derivano infatti dalle attuali infrastrutture, come ribadito più volte dalla società in ogni sede. Occorre puntualizzare, inoltre, che parlare di "altre fonti" è errato». Un botta e risposta a vertice concluso che la dice lunga sul clima «disteso e collaborativo» che si vuol far passare. Tuttavia... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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