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Carte clonate nei ristoranti del centro grazie ai camerieri infedeli

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Andrea Ossino
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Erano diventati il terrore dei turisti che affollano il centro storico della Città Eterna: una banda che grazie a numerosi camerieri riusciva a clonare le carte di credito di facoltosi stranieri che si fermavano a mangiare in diversi ristoranti, soprattutto nel primo municipio della Capitale. L'operazione coordinata dal sostituto procuratore Nadia Plastina, che già dal 2015 seguiva le tracce del sodalizio, ha dato i suoi frutti. E così i carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare: in tre sono finiti in carcere, due agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e in tre dovranno sottoporsi all'obbligo di firma. Erano tutti specializzati nella clonazione di carte di credito, in particolare nell'acquisizione di codici P.A.N. (Personal Account Number). In pratica, grazie agli skimmer (piccole apparecchiature elettroniche che gli indagati, non sapendo di essere intercettati, chiamavano “gatto”) copiavano i codici dei clienti del ristorante che affidavano le carte di credito a camerieri infedeli messi “a libro paga” dalla banda. Le vittime, quasi sempre facoltosi sudamericani e asiatici, si accorgevano di aver subito un furto solo quando il pagamento veniva accreditato, spesso quindi erano già tornati nei paesi di origine. I codici fraudolentemente acquisiti venivano poi riversati su dei supporti magnetici “vergini” e assegnati ai componenti dell'organizzazione, incaricati di utilizzarli presso alcuni esercizi commerciali “convenzionati”, per l'acquisto di merce di vario genere, prevalentemente telefonia mobile di ultima generazione e gratta e vinci, oppure per pagare cene fittizie in particolare presso un ristorante in zona Capannelle. Era una banda con il vizio del gioco, considerando che oltre 10 mila euro carpite alle vittime sono state utilizzate per l'acquisto di gratta e vinci. “Altro importante ruolo è quello ricoperto dai commercianti conniventi, tutti italiani, dislocati in varie zone della città – si legge nella nota diramata dai militari dell'Arma - che mantenendo costanti rapporti con il sodalizio criminale e incuranti delle vigenti normative in materia di pagamento con carte di credito, consentivano agli indagati di acquistare merce con le carte clonate, ricevendo in cambio una percentuale in contanti sulla vendita, pari solitamente al 15-20% dell'acquisto effettuato, oltre all'ingiustificato pagamento per merce di fatto non ritirata”. Il giro d'affari era importante: negli ultimi tre mesi, ad esempio, sono state clonate 44 carte di credito per un totale di 70mila euro. Fortunatamente gli indagati non sono riusciti a portare a termine tutti gli acquisti desiderati (200 mila euro). Nel corso delle indagini dieci persone sono state arrestate in flagranza di reato ed è stato sequestrato tutto il materiale necessario a rubare i codici delle carte di credito.

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