Clochard deriso. De Rossi gli dona la maglia
Il ragazzo accusato di aver diffuso i video di "Enzo il barbone": il calciatore gli ha regalato la divisa della Roma
Su Youtube i video che lo immortalano mentre urla, inveisce, dice parolacce o borbotta «intervistato» e pungolato da voci divertite fuori campo sono ancora oggi visibili. «Enzo il barbone» (così viene definito nel titolo dei filmati), un senza fissa dimora con disturbi mentali sotto tutela del Comune di Roma, veniva ripreso con il telefonino all'uscita delle Poste dove andava a ritirare la pensione senza la camicia o in mezzo al verde pubblico con i pantaloni calati, le sue intemperanze provocate da un gruppo di ragazzi venivano postate con regolarità e spopolavano in rete: così, suo malgrado, l'uomo era diventato una «star» del web e del microcosmo di quartiere ad Ostia. In bilico tra la mascotte locale e un triste fenomeno da baraccone. Quei video, secondo la procura di Roma, di divertente avevano però ben poco. Per questo un giovane, accusato di aver pubblicato 43 filmati «dal contenuto lesivo per la reputazione» della vittima tra il dicembre 2009 e il novembre 2010, si trova imputato davanti al giudice monocratico di Roma per diffamazione ai danni di Enzo. Nel capo di imputazione si legge che l'immagine del senza fissa dimora è stata diffusa nei video «in atteggiamenti tali da suscitare derisione e dileggio, schernendolo per il contegno serbato a fronte delle provocazioni» e «irridendolo pubblicamente per la sua infermità». Il Campidoglio si è costituito parte civile nel processo, e la richiesta di risarcimento - se le parti non troveranno un accordo e la querela non sarà rimessa entro la prossima udienza - potrebbe arrivare fino a 50 mila euro. In aula, ieri, il ragazzo si è difeso affermando di non aver voluto irridere il senza fissa dimora, e rivendicando di averlo spesso aiutato fornendogli coperte e pasti. Per dimostrare come i video, invece di nuocere alla sua reputazione, abbiano sensibilizzato gli animi verso la sorte dell'uomo ha anche citato un aneddoto. «Un giorno nella mia pizzeria ad Ostia si è presentato persino il calciatore della Daniele De Rossi con una maglia della Roma con il numero 10 e la scritta "Enzo". Mi ha chiesto se potevo consegnargliela da parte sua».