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I palazzi del potere nei favori dell'Ipab

STORACE: VIOLAZIONI ANAGRAFE, SONO TRANQUILLO

Tra gli inquilini anche Senato e Viminale che però sono morosi

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Ci sono anche il Senato e il ministero dell'Interno tra gli "inquilini" degli Istituti di Santa Maria in Aquiro a cui sono stati concessi palazzi di pregio, nel pieno centro di Roma, a canoni agevolati. Per la gestione del ricco patrimonio immobiliare dell'ipab (dal 2009 al 2013), sono ora indagate dalla Procura nove persone con l'accusa di abuso d'ufficio: Guido Magrini, ex presidente dell'Isma e attualmente dirigente della direzione regionale Politiche sociali, Salvatore Doddi, allora vice presidente, Carlo Testa, consigliere di amministrazione, e l'ex segretario generale Maria Capozza. Iscritti nel registro degli indagati ci sono anche quattro consulenti dell'Istituto e il commercialista Paolo Oliverio, già condannato nell'ambito dell'inchiesta sul sequestro di due sacerdoti Camilliani. A inizio 2014 un funzionario dell'Isma presenta un esposto alla sezione di controllo della Corte dei conti del Lazio, in cui racconta la "mala gestio” dell'ente e gli sprechi che ne derivano. Il più evidente è il complesso di appartamenti, negozi e una chiesa consacrata tra via della Guglia, via dei Pastini, piazza Capranica e via in Aquiro. Circa 2.700 metri quadrati sono locati al Senato a uso uffici. Un altro appartamento doveva essere adibito a Pinacoteca, ma il Senato ne avrebbe negato l'accesso. «Sarebbe stato concesso l'accesso a condizione che l'Isma – si legge nell'esposto – si fosse dichiarata disponibile a rivedere il contratto di locazione, nel senso di trasformarlo in un leasing immobiliare. Il presidente Magrini mi ha riferito che «tutto sommato era una proposta da verificare» e, subito dopo le sue dimissioni, a maggio del 2013, mi ha chiesto di accompagnarlo dal presidente Piero Grasso. Il 9 gennaio 2014 è arrivata all'Isma la proposta: il Senato avrebbe avuto l'immobile per 40 anni a canone zero a fronte dei lavori eseguiti a sue spese». Ora il Senato non paga l'affitto da dicembre 2013 e ha accumulato un debito di circa 800 mila euro. Ci sarebbe in piedi un'ipotesi di transazione, sotto l'egida del presidente Grasso, in cui vengono riconosciuti anche i canoni arretrati. Per lo stabile di 1.200 metri quadrati in via Marco Aurelio 35, invece, il ministero dell'Interno versa un'indennità di occupazione pari a 22.904 euro mensili, che dovrebbe raddoppiare con la stipula di un vero e proprio contratto di locazione. In cambio, però, il Viminale ha chiesto un cambio di destinazione d'uso. Uno dei 4 consulenti indagati ha suggerito che si poteva fare soltanto se l'Isma avesse pagato 500 mila euro per la monetizzazione dei parcheggi. «Con un architetto di mia fiducia – spiega il funzionario nell'esposto – ho verificato che il cambio si può fare a costo zero». Attualmente il Ministero è moroso di circa 400 mila euro, dovendo ancora pagare all'Isma i canoni del 2013 e parte del 2014. Oltre il danno la beffa. L'attuale responsabile dell'anticorruzione del S. Maria in Aquiro è Maria Capozza, indagata per abuso d'ufficio.

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