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La Collina Fleming si svecchia

Molte coppie con bambini e ragazzi single vengono qui Mancano aree verdi. L'unico parco giochi è in parrocchia

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I mai abbastanza celebrati pini di Roma non si trovano soltanto a Villa Borghese. Nel cuore di Roma Nord c'è una via stretta che si arrampica tortuosa su per la collina che domina Tor di Quinto e Corso Francia dove un filare di pini rigogliosi e centenari si trova magicamente proprio nel mezzo della strada. Ai lati vi s'affacciano condomini signorili e lussuosi con terrazzi dai quali si godono delle viste panoramiche su Corso Francia, Villaggio Olimpico, Auditorium ecc. Stiamo parlando ovviamente di via Fleming e della Collina che porta lo stesso nome dell'inventore della penicillina. Fin dagli anni '70 via Fleming (e strade limitrofe) è stato bollato come quartiere chic. Ancora oggi conserva intatto il suo allure, nonostante la strada sia perennemente dissestata, per via delle radici che si «muovono» sottoterra. In pratica non si finisce mai. Appena asfaltata la strada si «risfascia» subito. Bisognerebbe compiere un sacrilegio: buttare giù gli alberi. Fortunatamente non si farà mai. In realtà negli anni la vita del quartiere si è trasformata molto ma in generale si continua a respirare quell'aria un po'snobbetta e distaccata. Eppure per gli abitanti storici del Fleming (quello che rimane della buona borghesia di una volta e che qui ha messo radici come i pini) si lamentano. Oltre alla mancanza totale di aree verdi (dopo la decisione di edificare l'ultimo lembo di verde, un ex circolo del tennis abbandonato, è sfumata la speranza di avere un parco pubblico nel quartiere) non gradiscono l'arrivo di una nuova generazione di residenti brutalmente definiti «gli arricchiti». Sono quelli che parcheggiano i loro Suv sui marciapiedi e lasciano pure il motore acceso, sono le signore tutte griffe e con labbra a canotto, ingioiellate come la Madonna di Pompei. Comunque, a parte questa nuova fauna che è venuta a scompigliare e «snaturare» l'antico humus sociale, la vita di quartiere è cadenzata da rituali di paese. Un'aria paesana la Collina Fleming ce l'ha rispetto alle altre aree di Vigna Clara. Per esempio qui piace molto la mattina andare al Caffè Fleming di via Flaminia, oppure al bar Fiocchetti a piazza Monteleone di Spoleto. Cappuccino e cornetto seduti al tavolino in attesa che passi qualche amico con cui scambiare quattro chiacchere. Altro punto d'incontro del quartiere è la parrocchia del Preziosissimo Sangue che praticamente catalizza la famiglia intera. Dentro l'oratorio c'è l'unico parco giochi per i bambini di tutta Fleming. Il pomeriggio i suoi giochini (messi a disposizione dai genitori stessi) sono presi d'assalto da decine di bimbi. La parrocchia funziona pure da centro anziani ed è frequentata anche da tantissimi adolescenti: c'è il centro scout, si fanno i tornei di calcetto, corsi di pallavolo ecc. Il Comune doveva creare l'area giochi al centro di piazza Monteleone di Spoleto però, alla fine, è spuntato il mercato rionale. Il Fleming piace alle giovani coppie (e ai giovani single). Negli ultimi anni, nonostante i prezzi elevati delle case, molti famiglie con bambini piccoli sono venuti a vivere qui. Mancheranno gli spazi verdi però ci sono tante ottime scuole sia pubbliche che private. E poi è un quartiere tranquillo dove le mamme ancora si fidano a mandare fuori le figlie. Inoltre i ragazzi di Fleming hanno il vantaggio di avere la movida a due passi da casa. A Ponte Milvio praticamente ci vanno a piedi. La sera, mi dicono, qui si muore un po' di pizzichi. Non ci sono cinema nè teatri. Si va però al ristorante ad esempio alla Norma o all'Acquolina. Un must per tutti è il negozio di oggetti etnici Essevu in via Antonio Serra: punto prezioso per fare un regalo.

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