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«Domande insidiose. Bisognava esercitarsi bene»

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Cinquantain totale. E l'ansia di rispondere male davanti a un computer. Ieri nelle 127 scuole capitoline tra delusione e felicità, tra bocciati e promossi, si è svolta la prima giornata di selezione del concorsone per i 25mila aspiranti docenti tra Roma e provincia. Al Giulio Cesare, nel quartiere Trieste, le opinioni sulla prova sono dipese anche dal risultato. «Era il mio primo test – ha spiegato Gloria La Torre, 29 anni, insegnante di sostegno in una scuola primaria e mamma di un bimbo di 5 mesi – Non l'ho passato. Ho trovato complicata la parte matematica e quella inglese. Sono fiduciosa, sempre che il prossimo concorso non lo facciano tra 40 anni!». La maggior parte, ammessi e non, hanno concordato sul fatto che «bastava esercitarsi - dice Marcello Russo, 35 anni, oggi impegnato in una materna comunale – il tempo che ci hanno dato era sufficiente, però certe nozioni si perdono con gli anni». Tra i candidati c'è anche chi ha abbandonato l'insegnamento. È il caso di Cinzia, promossa: «Le supplenze non bastavano per mantenermi. Ora lavoro in una finanziaria, ma vorrei tornare a scuola». «Le prove si sono svolte senza alcun intoppo - ha raccontato la preside del liceo di corso Trieste, Micaela Riccardi - Abbiamo solo imposto ai nostri ragazzi di non uscire nell'atrio durante la ricreazione. Tra i candidati c'era anche un ricorrente, ci ha presentato il provvedimento del giudice ed è stato accettato». Durante la seconda sessione «una ragazza – hanno spiegato i colleghi – è stata costretta a ripetere la prova perché alla fine dei 50 minuti il pc le si è spento all'improvviso». Anche in altri licei della città si alternano commenti positivi e negativi. Al Primo Levi, nel quartiere Serafico, nelle prime due sessioni della mattina, su 50 iscritti solo 12 hanno superato la prova selettiva. «Le domande erano difficili» il commento di molti. Anche di chi è passato. Come Anna Fornabaio, 26 anni, già da quattro insegnante in una scuola elementare. «I quesiti erano insidiosi - ha spiegato - Sono stata fortunata in quelli di logica». Anche a Giorgia, 31 anni, è andata bene. «Le domande erano complicate e molti si sono lamentati - ha raccontato la supplente di italiano in una scuola materna e elementare - Io sono passata per un soffio con 36 punti». Al liceo Peano, dove sono state chiuse le classi del biennio, i candidati non sono stati soddisfatti delle domande. Magda, laureata in Lettere, fa supplenze alle medie. «Non sono passata per 1,5 punti - ha raccontato con amarezza - Le domande erano molto più vicine ai matematici». Alle 13.30 ieri c'era già chi era arrivato a scuola, pur avendo la prova alle 15. «Avevamo paura di fare tardi» hanno spiegato Arianna Ragni e Pamela Fiorini. Una insegna da quindici anni, l'altra fa tutt'altro mestiere. «Io lavoro in una materna paritaria - ha detto Arianna, 41 anni - Ho un contratto a tempo indeterminato, ma voglio lo stesso fare questo concorso». Pamela lavora, invece, in un negozio. «Sono laureata in Filosofia. Insegnare è sempre stato un mio sogno. La difficoltà la conoscevo. Bastava fare i test online».

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