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Assalto a cinema, caserme, garage I residence pagati dai contribuenti

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Per l'affitto di tredici strutture il Comune paga 30 milioni l'anno

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Èil caso, tra gli altri, della palazzina di via Caltagirone a San Giovanni, una delle tredici proprietà diventate «centri di assistenza alloggiativa temporanea», i cosiddetti residence, per i quali il Comune onora contratti di affitto col privato (11 di questi stipulati nel 2007) per un costo annuo complessivo di circa 28 milioni e 400mila euro, più utenze per 1 milione e 300mila: «Mancati sgomberi che pesano sulle spalle dei cittadini – commenta il presidente della Commissione Fabrizio Santori - solo in virtù della famigerata delibera 206 del 2007, di veltroniana memoria, si sono assegnati alloggi popolari agli occupanti abusivi, in pratica offrendo un premio a chi trasgredisce le leggi». Il risultato, in piena emergenza abitativa, è che si occupa quel che resta. Partendo dal centro, all'esigenza di trovare un posto in cui dormire (negli stabili del comune in via Vittorio Amedeo II, in quelli della Banca d'Italia in via Carlo Felice o dell'ex sede Inpdap a corso d'Italia), si affianca l'esperimento dell'ex cinema Palazzo, che nelle intenzioni degli occupanti dovrebbe fungere anche da laboratorio sociale e culturale. Finalità di «laboratorio» anche in via G.Sorsi, nel VI municipio, si tratta di un garage: prima in mano a «Collatina underground» mentre oggi, secondo quanto riferito agli agenti, «sono presenti dei ragazzi che, a loro dire, non fanno capo a nessuna struttura precostituita e hanno adibito i locali ad attività teatrale». Stesso discorso, in via Nola nel IX municipio, per la palestra «Scup», inaugurata sulle ceneri dell'ex Motorizzazione Civile: ginnastica, cultura, c'è chi ci ha dormito. Sono almeno 15, del resto, i casi di strutture originariamente adibite ad uffici poi convertite in abitazioni o sedi di centri sociali: due esempi solo nel X municipio, in via Lucio Sestio (ex magazzino di autoricambi dell'Atac occupato nel 2008) e, sulla Tuscolana ad Osteria del Curato, l'ex sede Inps, o ancora, nell'XI, l'ex palazzo Acea in via di Riva Ostiense, più volte sgomberato. In zona, insieme ai locali Ater ed ex Asl a Tormarancia, risultano ancora occupati anche l'ex Cinodromo in via della Vasca Navale (52 persone di cui 22 minori regolarmente denunciati), e l'ex caserma dell'Aeronautica in via del Porto Fluviale (83 nuclei familiari, prevalentemente stranieri, per un totale di 148 persone di cui 39 minori). Poi le scuole: quattro quelle trasformate in abitazione solo nel XIX municipio, nel cui perimetro c'è anche il caso del complesso Santa Maria della Pietà, l'ex manicomio nonché sede Asl dove hanno trovato casa sette famiglie, 14 adulti e 5 bambini. Cinque lunghe pagine, la «lista nera» di Santori si chiude col numero 46. Questo solo per quanto riguarda il censimento «ufficiale» dei casi più eclatanti all'ombra dei quali, di certo, si consumano altre occupazioni, come quella dell'ex albergo a 4 stelle al 944 di via Prenestina, nel VII municipio, avvenuta solo la scorsa settimana. Del resto, ammettono gli stessi movimenti di lotta per la casa, «sono talmente tante che non abbiamo un conto preciso neppure noi».

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