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San Giovanni declassato. In arrivo i nuovi tagli

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Recuperare 400 milioni di euro e tagliare 1.963 posti letto entro la fine dell'anno. È questa la missione quasi impossibile del commissario alla sanità del Lazio Enrico Bondi, che ormai passa più tempo a Palazzo Chigi e ai ministeri dell'Economia e della Sanità che in via Cristoforo Colombo. Tagli drastici. Il governo su questo non transige. E il tavolo tecnico dello scorso 14 novembre con i ministeri vigilanti è stato chiaro, evidenziato forti criticità nel Servizio sanitario regionale e per questo sospendendo l'erogazione della quota premiale di circa 850 milioni. Il disavanzo 2011 è stato chiuso a 780 milioni, ma i tecnici lamentano la mancata riconversione dei 20 ospedali dismessi e l'assenza del documento definitivo del riordino della rete ospedaliera. Mancano inoltre i protocollo con le 5 università e i programmi operativi 2012. Uscire da Piano di rientro significa raggiungere un disavanzo di 495 milioni, limarne cioè almeno 300 rispetto al 2011, altrimenti le addizionali Irap e Irpef e le aliquote resteranno inviariate anche nel 2013. A questo scenario bisogna poi aggiungere i provvedimenti imposti dal governo con la spending review e il ddl stabilità. Il ripato del fondo sanitario regionale 2012 è ridotto di 83 milioni rispetto alle previsioni. Ancora peggio andrà nel 2013 (-400 milioni) e nel 2014 (-700) per un taglio totale di 1,5 miliardi. Per questo Bondi deve portare provvedimenti drastici entro il 31 dicembre. Questo gli ha chiesto Palazzo Chigi. Il piano sarà pronto la prossima settimana e prevede la chiusura di San Filippo Neri, Forlanini, Eastman e Nuovo Regina Margeita, la chiusura dei 18 posti letto dell'Oftlamico (resteranno solo gli ambulatori) e il declassamento del San Giovanni-Addolorata, con il Dea che passerà da secondo a primo livello. Lo Spallanzani verrà «spacchettato»: una parte andrà all'Ifo e un'altra al San Camillo. A rischio anche il Cto. I contratti a termine nn verranno prorogati: in bilico ci sono oltre cinquemila precari della sanità. Intanto prosegue la protesta contro il commissario. Per il direttore del dipartimento cardiovascolare Massimo Santini, chiudere il San Filippo è un provvedimento «privo di logica». Gli infermieri hanno organizzato per venerdì una grande assemblea pubblica per salvare il nosocomio. Dan. Dim.

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