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Pd e Pdl nel caos delle municipalizzate

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Tornanoi tempi cupi nelle aziende capitoline. E non è un caso se accade proprio in questo momento. La delibera sulla creazione della maxi holding che avrà la gestione di tutte le municipalizzate, l'intenzione dell'amministrazione Alemanno di allargare i Consigli di amministrazione delle stesse, la vendita del 21% di Acea, che vale 200 milioni di euro, sono tutti motivi sufficienti per alzare il tiro. Indiscrezioni sull'interrogatorio all'ex Ad dell'Ama, Franco Panzironi che avrebbe ammesso di aver scritto, al fianco di alcune persone assunte, i nomi del deputato Pdl, Fabio Rampelli e del consigliere capitolino del Pd Gianfranco Zambelli (quest'ultimo ha duramente smentito), hanno gettato benzina sul fuoco da una parte e dall'altra. Se il capogruppo Pd in Campidoglio, Umberto Marroni sguaina la spada e attacca: «Le uniche indicazioni del Pd su parentopoli furono quelle delle dimissioni di Panzironi», replica senza indugio il capogruppo Pdl, Luca Gramazio: «Nessuna lezione da chi ha lasciato un debito di 12 miliardi. La magistratura farà chiarezza». La battaglia però è altrove. Il Pd vive l'imbarazzo di avere ufficiosamente accettato un posto in più nell'allargamento dei Cda mentre ufficialmente ha respinto qualsiasi ampliamento di poltrone. Il Pdl è già sull'orlo di una crisi di nervi a causa del rinvio continuo dei congressi locali e il nome di Rampelli sui giornali non fa che acuire un clima già tesissimo. Tra Alemanno e il capo dei «Gabbiani» è stata alzata bandiera bianca. L'allargamento dei Cda delle municipalizzate può far scoppiare la pace. E non solo nel Pdl. Sus. Nov.

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