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Guasto al centro procreazione. Strage di embrioni al S.Filippo Neri

L'ospedale San Filippo Neri

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Trentaquattro coppie dovranno rinunciare ad avere un bambino. A causa di un incidente all'impianto di azoto liquido che alimenta il servizio di criobiologia per la crioconservazione di materiale biologico nel centro di Procreazione medicalmente assistita dell'ospedale San Filippo Neri di Roma sono andati infatti perduti 94 embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale. L'incidente, spiega la direzione generale dell'ospedale, è avvenuto martedì scorso, 27 marzo, quando si è verificato «un innalzamento della temperatura con azzeramento del livello di azoto, lo svuotamento del serbatoio» e la conseguente perdita degli embrioni e degli ovociti. Quanto accaduto, spiega il direttore del Centro nazionale trapianti Alessandro Nanni Costa, è un «evento rarissimo» che per la prima volta avviene in Italia. Inoltre, eventi di questo tipo «non sono riportati nella letteratura mondiale. La catena del freddo in questo caso si è interrotta e dobbiamo capire perché». Sull'incidente, il direttore generale del San Filippo Neri Domenico Alessio ha presentato un esposto alla Procura di Roma e ha contestato «quanto accaduto alla ditta responsabile della conduzione e manutenzione dell'impianto di crioconservazione». I tecnici dell'azienda, «leader del settore, di cui detiene il 95% del mercato», avevano visto l'ultima volta l'impianto il 21 marzo per un rifornimento. Gli operatori della ditta hanno poi segnalato il guasto alle 10.30 del 27 marzo, dopo l'allarme remoto scattato come da prassi in caso di malfunzionamenti. Alessio ha chiesto una relazione all'azienda: «Aspetto da quattro giorni, nessuna risposta». Su quanto accaduto all'impianto di crioconservazione del centro di Procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri indagherà ora la magistratura. La procura aprirà l'inchiesta sulla base dell'esposto presentato dal manager dell'ospedale. Già domani a piazzale Clodio sarà fatto un punto della situazione per stabilire anche su quale tipologia di reato eventualmente procedere. A essere coinvolte, come detto, sono 34 coppie piombate comprensibilmente nello sconforto. La rabbia è tanta e non manca chi minaccia azioni giudiziarie per le quali il Codacons offre assistenza legale. «Non potevamo avere figli, perciò mia moglie aveva 12 ovociti conservati nel centro di Procreazione assistita a seguito di una serie di stimolazioni ormonali. Avvieremo un'azione legale per essere risarciti», racconta un uomo. Il direttore tecnico del centro per la procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri, Francesco Timpano, sta provvedendo ad avvisare tutte le persone che si erano rivolte al centro, che, attivo dal 2007, circa trecento coppie l'anno. Tra le 34 coinvolte c'è chi piange, chi ha un moto di rabbia, chi prova dispiacere, chi, avendo già avuto una gravidanza, ha una reazione meno intensa. «Abbiamo parlato con una decina di coppie - spiega il medico - Le loro reazioni sono diverse, in base alle condizioni di partenza. Congeliamo embrioni soprannumerari e ci sono coppie che hanno già avuto una gravidanza e un figlio o due. La loro reazione è naturalmente diversa da quelle che ancora non hanno avuto una gravidanza, per le quali perdere una chance è un dramma. Per altri ancora - afferma Timpano - è una grossa perdita ma è meno drammatico». Ventiquattro delle 34 coppie coinvolte sono già state avvertite. Alcuni non hanno invece risposto o sono risultati irraggiungibili. In ogni caso, assicurano i dirigenti, tutti saranno avvertiti. «Stiamo informando le coppie, alle quale manifesto tutta la mia più affettuosa solidarietà, prima come uomo e poi come direttore generale del San Filippo Neri - dice il dg Domenico Alessio - Nella direzione generale troveranno la massima disponibilità per venire incontro a tutte le problematiche che potranno avere. Vengano tranquillamente da me e troveranno un alleato e  non una controparte, perché io come loro sono parte lesa da questa vicenda». Sul caso il ministro della Salute Renato Balduzzi ha chiesto un'immediata relazione al Centro nazionale trapianti (che ha disposto un'ispezione che avrà luogo martedì) e ha chiesto un rapporto al Dipartimento della sanità pubblica e dell'innovazione. Balduzzi ha avuto un colloquio con la governatrice del Lazio Renata Polverini. Anche la Regione ha disposto l'invio di ispettori per verificare quanto accaduto e accertare il rispetto delle norme di sicurezza.

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