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Guzzanti indagata per l'occupazione dell'ex cinema

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L'ipotesidi reato è invasione di terreni o edifici. Tra loro c'è anche l'attrice Sabina Guzzanti. Gli altri sono Andrea Alzetta, di Action, Simona Panzino, Guido Farinelli e Stefano Zarlenga. Il quintetto è accusato di aver occupato abusivamente l'ex cinema Palazzo, a San Lorenzo, dove erano in corso lavori di ristrutturazione per realizzare un casinò e uno spazio ludico-culturale per il quartiere. Ma per la «pasionaria» della satira e gli altri, quella casa da gioco non s'aveva da fare. E così il 15 aprile 2010 scattò l'okkupazione. Ora la magistratura vuole veder chiaro nella vicenda. Lo stabile è stato affidato a un custode giudiziario, come ha stabilito il gip Adele Rando nel decreto di sequestro preventivo dell'immobile disposto nell'ambito dell'inchiesta aperta dal pm Maria Cordova, che però chiese l'archiviazione dopo la prima denuncia della società affittuaria «Camene» ad aprile. Quest'ultima ha presentato un secondo esposto a ottobre contro la decisione del pubblico ministero. Ieri era previsto anche lo sgombero dei locali, ma questo non è stato possibile per «l'opposizione pacifica» da parte degli occupanti. «Ci sono indagini in corso ma non crediamo che l'attività culturale possa ostacolarle e quindi non è giusto interromperla - ha detto Guzzanti - Lo spazio deve essere dato ai cittadini che lo difendono da speculazioni o al Comune e alla Provincia che si facciano tutori e garanti della salvaguardia della cultura». E l'ex primo cittadino Veltroni ha aggiunto: «Il sindaco impedisca che il Palazzo diventi un casinò. Con il rischio di riciclaggio. Resti alla cultura dei giovani». Richieste comprensibili. Ma la «Camene», intanto, continua a pagare 15.000 euro d'affitto al mese e i lavori di ristrutturazione sono fermi. Anche l'investimento della società (circa un milione di euro) è a rischio. Infine, la struttura avrebbe dato un impiego a 50 persone che, ovviamente, quel lavoro lo stanno ancora aspettando. Non solo. Fino a qualche mese fa, nell'ex cinema di San Lorenzo (denunciava la Camene) ci sono un montacarichi che arriva fino a 14 metri di altezza, 150 metri di copertura in eternit per la quale la Asl aveva a suo tempo intimato l'immediata rimozione (non sappiamo se avvenuta o meno) e una cabina ad alta tensione non presidiata.

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