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Ok all'assestamento Ma scoppia il caso De Luca

Il Campidoglio, Roma

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Notte di conti e di coltelli. Il Pdl in Aula Giulio Cesare incassa l'ok all'assestamento di bilancio - approvato alle 7.1 di ieri mattina con 27 voti favorevoli e 12 contrari - ma perde Paquale De Luca, passato al Gruppo Misto. Proprio lui, forzista della prima ora dal 1994, in rotta col partito. Il motivo della decisione sarebbe stata la cancellazione dei suoi 4.000 emendamenti collegati alla manovra. De Luca la lasciato il Pdl dopo un forte screzio con il sindac Alemanno e il capogruppo Pdl Luca Gramazio. Secondo quanto raccontano alcuni consiglieri, erano circa le 2 di notte quanto il sindaco avrebbe cercato di convincere De Luca a ritirare gli emendamenti ma poi, visto che il consigliere non accettava di ritirarli, sarebbe stato lo stesso Alemanno a farli decadere a causa di un contrasto con norme amministrative. Dopo un alterco, Pasquale De Luca, prendendo il microfono, ha annunciato all'aula la sua decisione. Dopo il caso La Fortuna - passato all'IdV e poi rientrato nei ranghi - il Pdl perde così un altro pezzo. «Non è accettabile che esponenti politici mettano il proprio punto di vista davanti a quello della città. Quindi, Pasquale De Luca ha fatto bene a uscire dal Pdl, speriamo che ci ritorni ma con una consapevolezza diversa e di maggiore e doverosa attenzione al bene della città», ha tuonato il sindaco. Difficile che De Luca possa rientrare: il coordinatore romano del Pdl Gianni Sammarco lo ha deferito ai probiviri del partito chiedendone l'espulsione, visto che «non risulta iscritto al Pdl». Tornando all'assestamento, la manovra rimodula fondi per coprire i 121 milioni mancanti a causa di minori entrate e maggiori uscite. Le spese in esubero ammontano a 66 milioni mentre le minori entrate a 28,8 milioni di cui 18 non intascati per il contributo di soggiorno. L'assestamento trova risorse grazie alle maggiori entrate provenienti dalle multe (14 milioni) e a 26 milioni di avanzo di amministrazione oltre a minori spese per 42,2 milioni. L'assestamento ha consentito di garantire l'equilibrio della spesa, senza introdurre nuove tasse o ridurre i servizi sociali. Soddisfatto Alemanno, che ringraziando tutti i consiglieri, considera l'assestamento «un atto importante». Critico il capogruppo del Pd Marroni: «La manovra blocca la città. Serve subito un tavolo con il governo per il patto di stabilità per escludere i fondi derivanti da Roma Capitale e dalla gestione commissariale, salvaguardando inoltre una quota parte di risorse da investire nelle opere pubbliche».

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