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Due pernacchie per un pestaggio

Alberto Bonanni, il giovane romano brutalmente picchiato a Roma nel quartiere Monti, il pub vicino al quale sono accaduti i fatti e familiari e amici del ragazzo all'ospedale San Giovanni

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Due pernacchie sarebbero all'origine del pestaggio al rione Monti. Oggi il tribunale del Riesame vaglierà i ricorsi presentati dai difensori. Tra gli atti depositati, le testimonianze del pittore protagonista del diverbio con alcuni giovani che parlavano sotto casa sua e quelle degli amici di Angelo Bonanni, il musicista finito in coma per le percosse subite. Sono passate da poco le 2 del 26 giugno. Sentiti degli schiamazzi provenire dalla strada - ha spiegato il pittore, pregavo di abbassare la voce visto l'orario, ma «per tutta risposta ricevevo una pernacchia». E, dopo essersi riaffacciato, ecco arrivare «una seconda pernacchia». Il racconto lo continua Cristina, 21 anni, un'amica del musicista, che aspettava la band fuori dal locale dopo aver assistito allo spettacolo. L'intenzione, spiega, era di «andare a fare una passeggiata tutti insieme». Ma a quel punto, «si avvicinava un signore che, mentre apriva il portone di casa, con fare minaccioso ci diceva di non disturbare in quanto lui sarebbe dovuto andare a dormire». I giovani rimangono stupiti. «Non stavamo facendo nulla che potesse disturbare alcuno, stavamo solo parlando tranquillamente tra di noi», continua la ragazza. «Poi ha urlato che stava scendendo e di non muoverci. Così abbiamo deciso di andarcene, ma» lui «ci ha inseguito fino all'angolo di via Leonina. Io e Alessandra eravamo nel gruppo di quelli più avanti, ma mi sono accorta che aveva un bastone in mano». L'uomo «ha afferrato un ragazzo di nome Angelo, tenendolo per un braccio e agitando il bastone. Cercava di incutere timore ad Angelo e poi lo ha colpito al viso con il bastone in modo lieve». Ma ecco che arrivano Christian Perozzi, Carmine D'Alise e Brian Gaetano Bottigliero, 23 anni domani, «Tutti e tre hanno cominciato a prendere le parti del signore e uno di loro, non ricordo chi, ha colpito Angelo e poi i tre picchiavano chiunque si avvicinasse». Infine, «senza motivo, si sono accaniti contro Alberto». Gli investigatori hanno chiesto se i ragazzi aggrediti avessero reagito. La risposta: «Gli aggressori sono stati talmente rapidi e violenti da non darne loro la possibilità».

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