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Sfilano gli abiti-scultura ma la Polverini non c'è

Palazzo Farnese, abito di Gianni Molaro

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Alla fine non s'è vista. Le parole del presidente della maison Gattinoni, Stefano Dominella, che in mattinata l'aveva attaccata, non le sono andate giù. Così Renata Polverini alla sfilata d'apertura del calendario di alta moda non s'è presentata. Ha tenuto tutti sul filo sino all'ultimo. «Non sono in grado di dirle se la governatrice parteciperà», la risposta della segretaria per tutto il pomeriggio. Dominella, facendo riferimento all'uscita della Regione da AltaRoma, la società consortile che organizza le sfilate, aveva detto: «Un'istituzione seria com'è la Regione non fa una dichiarazione così tre giorni prima dell'inizio di una kermesse così importante. Credo che la situazione sia sfuggita di mano quando hanno presentato il bilancio». «Penso che la situazione sia sfuggita ad AltaRoma - la risposta della Polverini - perché la decisione assunta dalla Regione non è nata soltanto dal fatto che non siamo stati coinvolti in qualità di soci ma anche sulla base del fatto che ogni anno il bilancio di AltaRoma è andato ben oltre le risorse a disposizione». Accuse che AltaRoma rispedisce al mittente ribadendo che la Regione è sempre stata informata di tutte le attività della società, carte alla mano. Al Macro di Testaccio, dal Comune arrivano gli assessori Davide Bordoni, Dino Gasperini e dalla Provincia il presidente Nicola Zingaretti. Siamo nel luogo dell'arte contemporanea, nel cuore della movida, della città che pulsa. E non a caso è proprio qui che ha scelto di sfilare Guillermo Mariotto. Al Macro, il direttore creativo della maison Gattinoni, ha portato il suo abito scultura (realizzato con l'artista Federico Paris) che è il manifesto delle sue creazioni autunno-inverno (e che sarà esposto al Palazzo della civiltà italiana dell'Eur). Si ispira a Tony Craigg, Mariotto, alle sue linee curve, e pensa alla donna taglia 46, «curvy» per l'appunto, cucendo abiti che enfatizzano le forme e nascondono i difetti. Guarda ai graffiti in 3D di Peeta e li riproduce sulle camicie di chiffon e sugli abiti lunghi da sera. Scolpisce sui corpetti il raso, costruisce e decostruisce i tessuti, spruzza, macchia, assembla. Usa tanta pelle, la taglia al laser, la trasforma in rete, ragnatela, mosaico. Da Roland Hicks «ruba» foto e ideogrammi. Mette l'immagine di Woody Allen sulla t-shirt e, persino negli accessori, si ispira all'arte. Per la maison, Gianni De Benedittis ha creato, tra l'altro, l'anello-orinatoio e il bracciale-water, omaggio a Duchamp. Per chi ama la moda ma, soprattutto la fotografia, in città sino al 23 novembre c'è una mostra tutta da vedere. Si chiama «Todo o nada» ed è allestita in via del Corso a Palazzo Ruspoli. 54 immagini emozionati di Super Mario Testino. Top model e attrici da capogiro ritratte in abiti di alta moda o completamente nude. «Grazie Italia, grazie Roma, per avermi dato la possibilità di fare la carriera che ho fatto!», ha detto Testino che proprio nella capitale, con Donna sotto le stelle, ha iniziato a farsi conoscere. Una boccata d'ossigeno fuori dalle polemiche sulle quali ieri è intervenuto anche il presidente della Camera nazionale della moda, Mario Boselli: «L'alta moda e l'alto artigianato sono patrimonio di Roma e devono rimanere a Roma. Non ho nessuna intenzione di portare la couture a Milano». Ma Dominella ha già avvertito: se si continuerà a litigare sarà Gattinoni a scappare a Milano.

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