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Squadra di centrosinistra unita in un Grande Polo

Enrico Gasbarra

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La recente tornata elettorale ha rafforzato il cammino del centro sinistra e del Pd aprendo le condizioni per l'alternativa nel Paese. La partita però è tutt'altro che terminata, i nostri avversari tenteranno di riorganizzarsi e di allungare i tempi, usando il potere come loro medicina «allunga vita». Si può determinare così una lunga fase di stallo nella quale le forze politiche di opposizione dovranno mettere in campo un piano alternativo di riforme, ricco di opportunità per chi investe e per chi ha talenti, capace di risolvere i problemi delle fasce deboli e in grado di rilanciare l'economia, l'occupazione e le speranze della nostra comunità. Il Pd, per guidare questa particolare fase politica, deve tirar fuori tutta la sua forza e il suo coraggio operando decisi cambiamenti interni. Deve unirsi e sostenere senza riserve l'azione politica del segretario Bersani, perché la svolta che si è determinata non può rimanere imbrigliata negli equilibri interni delle maggioranze e minoranze congressuali. Ora che il mito dell'uomo solo al comando è infranto, dobbiamo lavorare ancora di più in squadra e per la squadra. Tutta la classe dirigente democratica va messa in campo senza distinzioni e preferenze tra «correnti». Gli elettori questa volta non ci affidano una delega in bianco, pretendono un partito senza correnti aperto a tutti - nessuno escluso - nel quale è garantito il libero accesso, la pluralità del pensiero ed il rispetto dei valori. Un partito - senza «stanze segrete» – in cui si scelgono i segretari, i sindaci, i presidenti e i nuovi parlamentari con le primarie di popolo. Anche per le alleanze il messaggio è chiaro, il punto di riferimento è la «piazza democratica allargata», non il vecchio zigzagare tra Poli. Quindi anche il «rompicapo» più complesso della seconda Repubblica, cioè l'allargamento della base elettorale ex Unione verso il ceto medio, i moderati, i credenti e verso i delusi del centrodestra deve essere affrontato in modo nuovo. Il percorso politico del Terzo Polo merita la nostra attenzione, ma non la nostra scomposizione. Continuiamo ad unirci nella opposizione al Governo e ad Alemanno, ma ritroviamo l'ambizione di essere gli interlocutori diretti di quel pezzo di Paese. Il Pd, questa volta, ha l'opportunità di raggiungere con le proprie forze questo strategico obiettivo. La tattica politica di rincorrere a freddo pezzi dei Poli o nei Poli è superata dai fatti. Il nuovo piano di lavoro è quello di costruire insieme agli alleati del centro-sinistra il nostro «Grande Polo». Il Pd, con le sue identità fondative e con la sua classe dirigente, è in grado di raccogliere le ragioni, le speranze e i bisogni dei moderati, dei cattolici e dei delusi del berlusconismo. Se consideriamo una ricchezza la pluralità del pensiero, se diamo pari dignità ai valori dei credenti e portiamo tutti insieme la nostra coalizione oltre la gabbia ideologica del vecchio secolo, il traguardo della vittoria finale questa volta non ci potrà sfuggire. Il primo tempo si è chiuso con un magnifico uno-a-zero, ora torniamo in campo uniti, senza cambiare squadra, mettiamo la palla più al centro e segniamo il gol finale. * Deputato del Pd

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