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Padiglione Marchiafava Lavori nati sbagliati e inefficienze croniche

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Nell'occhiodel ciclone finisce il padiglione Marchiafava, esempio di come spesso i soldi pubblici possano essere mal spesi. Gli addetti al padiglione, che ospita prevalentemente reparti per la cura delle malattie respiratorie, segnalano infatti diverse criticità. Alcune porte di accesso ai servizi, ad esempio, risultavano essere troppo strette rispetto alle esigenze del reparto e i carrelli alimentari non potevano accedere alle stanze dei servizi. La porta d'accesso al reparto di Broncopneumologia e Tisiologia, non è elettrica e non può essere quindi aperta a distanza. La stanza che ospita i medicinali è esposta 12 ore al giorno al sole e il risultato è che troppo spesso, nonostante i tentativi reiterati da parte degli operatori di trovare sistemazioni migliori agli armadi, a una certa ora del giorno in quella stanza si raggiungono temperature che fanno sì che gli stessi medicinali si deteriorino. La denuncia arriva dal segretario provinciale della Uil Fpl Paolo Dominici, che aggiunge: «Basterebbe una tenda per risolvere il problema, ma, dopo le considerevoli spese di ristrutturazione, mancano i soldi per acquistarla». Inoltre, manca l'allarme alla porta dell'uscita di sicurezza, nonostante il personale l'abbia più volt richiesto. «La notte degenti e sconosciuti senza essere disturbati entrano ed escono dal reparto ed è impossibile che il personale di turno possa accorgersene mettendo tra l'altro potenzialmente a repentaglio la salute del personale e quella dei degenti», accusa Dominici. Le stanze per i malati di tbc poi, che debbono poter avere pressioni diverse dall'ambiente circostanze e diverse a seconda del tipo di malato, sono state concepite per ospitare due letti e, quindi, due degenti senza considerare che ciascuna patologia ha bisogno di un trattamento di pressione diverso. Per non parlare del malfunzionamento degli apparecchi e dell'aria condizionata. Gli spogliatoi, al di sotto del piano stradale, sono di fatto inaccessibili: il percorso per arrivarvi diventa impervio e pericoloso nelle ore serali e notturne a causa della presenza di sbandati che vi si rifugiano e i percorsi di fuga sono bloccati o ostruiti. Per non parlare di un intero reparto ancora chiuso all'interno del padiglione. «A tutto questi - aggiunge Dominici - bisogna aggiungere la cronica carenza di personale, di ausiliari e di infermieri. Con conseguenze evidenti: raddoppio dei turni di lavori, impossibilità di fare ferie o godere di permessi. Tutto ciò in un momento in cui anche l'utenza è giustamente esasperata e sfoga la propria insoddisfazione sui lavoratori che cercano di porre rimedio alle aberrazioni di una organizzazione inesistente e sprecona. Operatori che diventano capri espiatori, spesso anche vittime di minacce. Vorremmo sapere se chi a suo tempo ha collaudato i lavori, evidentemente con esito positivo, oggi si rende conto delle deficienze strutturali».Dan. Dim.

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