
Condannati i due gay del Colosseo

Sentenza L'accusa: atti osceni in luogo pubblico. La difesa: ricorreremo in appello
.Ma di un rapporto orale consumato in luogo pubblico. Ne è convinto il giudice che ieri ha condannato i due giovani, sorpresi al Colosseo in atteggiamenti intimi, a due mesi di reclusione, pena convertita in 2.280 euro di multa, per atti osceni. La sentenza è arrivata dopo quasi quattro anni dalla denuncia dei carabinieri che li hanno sorpresi in un punto buio mentre si scambiavano effusioni. Ma secondo il giudice Cristina Scipioni non si è trattato solo di un semplice bacio in mezzo alla strada, ma di un rapporto orale, credendo quindi nella versione fornita dai militari che la notte tra il 26 e il 27 luglio del 2007 hanno identificato Roberto L., di 30 anni, e Michele F., di 38 anni. «Se c'è reato - ha dichiarato il magistrato in aula - i due vanno condannati, se non c'è, è meglio che i carabinieri cambino lavoro». A nulla è servito l'intervento dell'avvocato dell'Arcigay di Roma, Daniele Stoppello, che aveva sollecitato l'assoluzione dei due imputati ritenendo, tra l'altro, contraddittorio e illogico quanto dichiarato in aula dai due militari e cioè che Roberto, seduto su un muretto, e Michele, leggermente piegato in avanti, stavano consumando un rapporto ignorando la presenza dell'auto di servizio che sostava a cinque metri di distanza con fari lampeggiamenti accesi. Il penalista Stoppello dopo la condanna ha detto: «Sono curioso di sapere come verrà motivata la sentenza e quindi giustificata la condanna alla luce delle inequivoche risultanze processuali che al contrario escludono la responsabilità dei due imputati». E ancora: «Mi chiedo come sia possibile ritenere che i due abbiano consumato un rapporto intimo in una zona buia del Colosseo senza notare che a pochi metri c'era una gazzella con i fari accesi. Farò certamente ricorso in appello». Deluso anche Roberto: «Non ha alcun fondamento di verità quanto detto in dibattimento tenuto conto che, pochi giorni prima di quell'episodio, avevo subito un delicato intervento chirurgico ed ero impossibilitato fisicamente a fare ciò che mi è stato attribuito». All'epoca dei fatti scesero in campo le associazioni gay che giudicarono «un atto gravissimo» la denuncia nei confronti di Roberto e Michele e sulla scia delle proteste era stato organizzato al Colosseo un bacio collettivo per solidarizzare con la coppia.
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