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"Il filippino non c'entra Poteva scappare. È rimasto"

Delitto dell'Olgiata, Alberica Filo della Torre e il domestico filippino Winston Manuel Reves

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L'Olgiata è come un paesino. Ville faraoniche, casali e palazzine. Piscine, suv e ricevimenti. Sembra la campagna chic a Nord di Roma. Da queste parti si cerca di tutelare la propria riservatezza dietro le cancellate delle abitazioni. Ma alla fine tutti si conoscono. Tutti parlano. Per entrare bisogna passare i severi controlli di sicurezza. Supera la sbarra del gabbiotto solo chi è residente. O chi ne conosce uno. Dentro regna una calma surreale. Per le vie che tagliano le «isole» le auto viaggiano piano. Passa un'Audi R8 grigia, lui si ferma, saluta con la mano un ragazzo che cammina giornale in mano a passo svelto: «Hai saputo?», fa lui abbassando il finestrino. «Certo. Però dopo vent'anni...Bah». Nel comprensorio dell'Olgiata, il giorno dopo l'arresto del domestico filippino, si torna a parlare del delitto della contessa come nell'estate del 1991. La notizia è sulla bocca di tutti. «La storia di Alberica Filo della Torre qui non l'ha dimenticata nessuno - raccontano Rita e Rossella -, noi abitavamo da queste parti quando avvenne l'omicidio e rimanemmo stupiti. Ognuno poi s'è costruito la sua verità». Pochi avrebbero scommesso su un reale coinvolgimento di Winston Manuel. Alla lavanderia del comprensorio Lello racconta i giorni in cui «dall'"isola 28" partivano i domestici di Alberica per venire a prendere i vestiti. Lei non si faceva mai vedere, pensavano a tutto loro. Noi, quando è stata ammazzata, abbiamo sempre creduto fosse stato il marito Pietro. Adesso questa notizia ci ha colti tutti di sorpresa». A fianco al negozio, poco fuori il gabbiotto che divide il comprensorio dalla Cassia, c'è l'elettricista dei residenti. Lui, Claudio, ha fatto i lavori in tutte le ville: «Dopo quello che è successo in quella casa non ci ha più voluto abitare nessuno lì. Solo da pochi mesi Pietro Mattei l'ha data in affitto a un'ambasciata africana. Il filippino? Tutti gli indizi portano a lui, eppure non ce lo aspettavamo dopo così tanti anni. Sembra più un capro espiatorio. Possibile poi che questo filippino è rimasto in Italia per così tanto tempo e non è mai scappato». La piazzetta dell'Olgiata è così. Tutti parlano di tutto. Abitanti e commercianti di zona. I due punti di ritrovo sono il bar all'angolo del centro commerciale e il giornalaio sulla piazzetta. Nell'edicola Teresa racconta che «stamattina (ieri mattina, ndr) non si parlava d'altro. «Nel 1991 - dice - si facevano un sacco di ipotesi. Chi parlava dei servizi, chi credeva fermamente fosse stato il marito Pietro. Poi qualcuno accusava pure il figlio della governante Roberto Iacono. Oggi lei, la mamma di Roberto, è passata qui a comprare al giornale. La signora s'è sfogata e mi ha detto: "Per vent'anni sono stata con questo pensiero fisso nella testa. Oggi per il primo giorno sono contenta"».

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