Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Rabbia alle fermate «Aspettiamo da ore e non ci dicono nulla»

default_image

  • a
  • a
  • a

Annunciato,poi revocato, lo sciopero «a metà» nei fatti ha causato, se possibile, ancor più disagi del previsto. I romani infuriati per il caos che hanno dovuto affrontare per tutta la giornata. «Questa mattina mi hanno chiuso la metro in faccia - si sfoga Maria, arrivata in piazza del Popolo dopo tre ore di viaggio - se avessero avvisato mi sarei spostata in macchina». La tregua siglata giovedì sera da sindacati e Campidoglio non ha infatti scongiurato il rischio paralisi. i sindacati di base hanno comunque incrociato le braccia lasciando cittadini e pendolari in balìa dell'incertezza, condizione questa più temuta da tutti. Capannelli di turisti davanti ai punti informativi, fermate degli autobus affollate come solo in questi giorni da incubo possono esserlo, tempi biblici anche per quelle poche corse garantite, traffico congestionato, tassisti - loro sì - soddisfatti per gli affari e, soprattutto, pendolari imbufaliti: «Sono uscita di casa pensando di poter prendere la metro - sbotta Anna Rita, bloccata a piazzale Clodio - ieri sera avevano detto che sarebbe stato tutto tranquillo, quindi è stato proprio l'annuncio della revoca dello sciopero a creare ancor più problemi». Dall'Olimpico al centro, passando per piazzale Clodio, Ottaviano, piazza del Popolo e stazione Termini, i «sintomi» più evidenti della situazione di stallo si registrano alle fermate Atac, le cui corse - ridotte ai minimi storici - non hanno comunque garantito una valida alternativa alla metropolitana. «Aspettiamo qui da 2 ore - allarga le braccia Anna, a Termini nella speranza di raggiungere l'Eur - ma i bus non passano, e neppure ci sanno dare informazioni». Ed effettivamente anche gli operatori Atac, distribuiti negli spiazzi che ospitano i pochi bus in partenza, non si sbilanciano in promesse: «Qualche linea è garantita, ma oggi non si può parlare di orari. Qualcuno lavora, qualcun altro no, non possiamo farci nulla».

Dai blog