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Obiettivo un milione

Operatori ecologici smistano i rifiuti differenziati

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Roma è bloccata al 23% di raccolta differenziata. Una percentuale troppo bassa per alleggerire sensibilmente il carico di rifiuti che ogni giorno viene riversato nella discarica di Malagrotta, già stracolma. È per questo motivo che l'Ama ha pronto il piano per arrivare entro la fine dell'anno al 30%. Dovranno essere coinvolte 580 mila persone, per arrivare a un milione di romani che differenziano i rifiuti. I nuovi quartieri non sono ancora stati scelti ufficialmente. Ma, secondo indiscrezioni, i primi dovrebbero essere Montesacro (IV Municipio) e Prati (XVII Municipio). Ad oggi, i cittadini che differenziano i rifiuti in modo «spinto», ovvero separando gli scarti alimentari e organici da carta, plastica e indifferenziato, sono 420 mila. I quartieri che dall'anno scorso si servono dei punti mobili (le camionette dell'Ama dove la mattina gli abitanti portano i rifiuti) sono Prati Fiscali (41 mila persone), Appio Tuscolano (38 mila), Tuscolano Don Bosco (64 mila), Laurentino 38 (27 mila), Marconi (48 mila) e Aurelio-Irnerio (25 mila). In totale 250 mila persone. Il problema di questo servizio è l'impegno quotidiano. Gli orari per il conferimento, infatti, sono concentrati solo la mattina. Così, chi vuole gettare i rifiuti di pomeriggio ha solo due scelte: aspettare la mattina dopo o gettarli in strada. A questi 250 mila cittadini se ne aggiungono altri 170 mila, divisi in tre categorie. La prima è quella del porta a porta «integrale». Ovvero la raccolta a domicilio con bidoncini o sacchi. Riguarda 70 mila persone a Colli Aniene, Decima, Massimina, Villaggio Olimpico, Torrino Sud e Trastevere. Poi c'è il cosiddetto sistema porta a porta «duale» che coinvolge i 23 mila residenti di Aventino, San Saba e Testaccio. Praticamente convivono i due sistemi della raccolta a domicilio e dei cassonetti tradizionali in strada. Nei condomini ci sono i due contenitori per i materiali non riciclabili e per gli scarti alimentari. In strada, invece, sono rimasti i cassonetti bianchi e blu. Infine c'è il terzo sistema di porta a porta, quello in vigore nel centro storico monumentale, a Campo Marzio, Colonna, Parione, Ponte Sant'Eustachio, Trevi, Pigna, Regola e Sant'Angelo. I romani serviti sono 45 mila. Nel Tridente sono state allestite anche 150 stazioni ecologiche mobili per il conferimento diretto dei sacchetti dell'immondizia. In tutte le altre zone della città, invece, sono utilizzati i classici tre tipi di cassonetti: verdi (o grigi), bianchi e blu. In questo caso i rifiuti organici si mischiano all'indifferenziato. Questa mancata separazione fa sì che gli scarti non possano essere completamente riciclati, come avviene ad esempio nell'impianto di Maccarese gestito dall'Ama per cui è già stato previsto il raddoppio. Se l'obiettivo dell'Ama di coinvolgere altre 580 mila persone nella differenziata «spinta» verrà raggiunto, potranno essere raccolte altre centomila tonnellate da smaltire in un anno. Ma c'è un elemento da cui non si può prescindere se si vuole che sempre meno rifiuti finiscano in discarica. «È la collaborazione dei cittadini - come ha ricordato l'altro ieri l'assessore capitolino all'Ambiente Marco Visconti - In tre anni abbiamo aumentato la differenziata del 32%, ma è necessario insistere con le campagne di informazione per far crescere la consapevolezza verso l'ambiente».

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