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Mezzi inutilizzati: l'Ama butta via 8 milioni

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Sonoalcuni dei dati forniti dal presidente della Corte dei conti del Lazio, Salvatore Nottola, e dal viceprocuratore generale, Pio Silvestri, nelle relazioni per l'apertura dell'anno giudiziario. Il viceprocuratore Silvestri, nel corso della sua relazione, non ha mancato di segnalare alcune vicende riguardanti le società romane a partecipazione pubblica Atac a Ama, che hanno provocato ingenti sprechi e inefficienze contabili. «Esemplari - ha detto - sono le vicende dell'acquisto, per importi ingentissimi, di materiali mai utilizzati. I danni accertati per l'Ama superano complessivamente la somma di 8 milioni di euro e conseguono alla mancata utilizzazione di costose apparecchiature di lavaggio-cassonetti e di mezzi cosiddetti Kamoto, che sono moto per la raccolta delle deiezioni canine. Non si ha idea dell'effettiva utilità di siffatte attrezzature, anche perché, malgrado la spesa abbastanza ingente, né abitanti né turisti che si aggirano per Roma ne hanno sinora tratto un qualche miglioramento in termini di maggiore pulizia delle strade cittadine». Molto più ingenti sono i danni accertati «in pregiudizio dell'Atac per l'acquisto di 74 tram e autobus o del tutto inutilizzati o solo parzialmente utilizzati in ragione di ripetuti guasti di origine strutturale ovvero per l'inadeguatezza dei mezzi rispetto alle strutture rotabili». Secondo Silvestri, si è trattato di una spesa di circa 260 miliardi di lire, con danni accertati che superano i 9 milioni di euro «e si correlano alla non utilizzazione dei "jumbo-tram", parcheggiati i quel di Colleferro al costo di 15mila euro all'anno, e alla non utilizzazione di circa il 30 per cento dei mezzi acquistati». Le relazioni, critiche, si sono incentrate inoltre sul tema della spesa sanitaria, e quello degli appalti. In tema di sanità un'istruttoria ha segnalato «frodi per 7 milioni di euro addebitate all'Asl ospedaliera San Giovanni per la stipula e la gestione di contratti con fornitori di beni e servizi», e una seconda la «fraudolenta corresponsione da parte dell'Asl RmC di risarcimenti milionari a ex dipendenti per inesistenti patologie attribuite a causa di servizio». In tema di appalti, si è parlato, tra l'altro, dei lavori per «danni complessivamente superiori a 41 milioni di euro accertati in riferimento a lavori pubblici appaltati all'Impregilo, nonostante carenze progettuali tali da comportare frequenti interruzioni dei lavori», nonché spese «per consulenze dell'Anas quantificate rispettivamente in oltre 4 milioni di euro dal 2001 al 2006 e in ben 15,7 milioni dal 2003 al 2006».

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