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L'emergenza nomadi resta senza soluzione

Manifestazione di stranieri all'Esquilino a Roma

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«Via per sempre da Roma i maledetti campi abusivi». «La prima tendopoli potrebbe essere allestita già alla fine di questa settimana». «Non ci sono cambiamenti nel cronoprogramma e quindi la settimana prossima partiremo con l'installazione delle prime tendopoli». Parole rispettivamente di Gianni Alemanno, sindaco della Capitale, di Giuseppe Pecoraro, prefetto della stessa e, di nuovo, del primo cittadino. Le hanno pronunciate il 7, l'8 e l'11 febbraio, all'indomani della tragedia di Tor Fiscale, una «disattenzione» costata la vita a quattro bambini rom. Le ceneri della loro baracca abusiva carbonizzata fumavano ancora e le autorità capitoline, sollecitate anche dalla spinta emotiva per l'atroce fine dei piccoli, promettevano soluzioni quasi immediate. Pochi giorni. Giusto il tempo di individuare le aree, tutte rigorosamente in periferia, di rimediare le tende e l'emergenza sarebbe stata risolta. È passato quasi un mese. Al problema dei nomadi (che nomadi non sono più e non vogliono essere, almeno nella maggior parte dei casi) si potrebbe presto aggiungere quello dei profughi nordafricani. Ma la soluzione è lontanissima. Il timido tentativo di piantare le tende nella zona di Villa Troili si infranse contro le proteste degli abitanti, supportati anche dal presidente della Commissione sicurezza del Campidoglio Fabrizio Santori che si piazzò davanti alle ruspe come fece il celebre cinese con il carroarmato di piazza Tiananmen nel '90. E, anche se proseguono gli incontri, i vertici, le riunioni ad alto e medio livello, il Piano di Alemanno rimane (per ora) sulla carta.   «Continuiamo a incontrarci per proseguire in tempi certi con il programma operativo e, nello stesso tempo, per conciliarlo con il territorio», assicura l'assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso. E Santori spiega che, non potendo dare assistenza e alloggio a tutti gli sgomberati, bisogna procedere alle evacuazioni dei campi abusivi a prescindere. «Dalla prefettura non arrivano informazioni sulle aree e sui tempi - sottolinea Santori - Il problema, comunque, è il rimpatrio dei comunitari, soprattutto romeni. La Ue impedisce quelli di gruppo e in Parlamento è fermo il disegno di legge per sbloccare le espulsioni sul piano normativo. Forse il messaggio delle tendopoli è sbagliato - continua Santori - perché sollecita nuovi arrivi. E non possiamo più essere buonisti. Ci sono situazioni pericolose, come il campo abusivo in via Severini, a Tor Sapienza, dove a ottobre erano 130 e oggi sono 250. E dove nell'ultima settimana ci sono stati due incendi: nel primo sono bruciate tre baracche, nel secondo addirittura dodici». La verità è che gli sgomberi continuano. Ieri due hanno interessato mini-insediamenti illegali lungo gli argini del Tevere e a ridosso dell'Aniene. Bilancio: 22 romeni identificati. Uno è finito in manette perché era stato già oggetto di un procedimento di espulsione, altri avevano precedenti penali. Per quelli che non hanno commesso reati il futuro è incerto. Probabilmente, essendo cittadini comunitari, verranno rilasciati. E cercheranno rifugio in nuove baraccopoli. Fino alla prossima tragedia.  

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