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Adesso serve responsabilità

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Sonoinvece il possibile compendio di tanti sforzi e contributi, immaginando il formarsi di uno spirito di sano patriottismo sulla scia delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità. In effetti possono rappresentare l'occasione per ridare all'Italia un profilo internazionale, dopo che gli eventi legati alla crisi finanziaria hanno portato allo scoperto la fragilità del nostro sistema produttivo. Comunque la giriamo, da un po' di tempo a questa parte ci sovrasta il fantasma del declino economico per effetto di una globalizzazione severa, se non spietata. Roma deve fare la sua parte. Per questo la classe dirigente che qui opera e si esprime deve dare l'esempio. Innanzi tutto si chiede alla politica di fissare un parametro di correttezza e serietà. Oggi abbiamo un governo e un'amministrazione capitolina di centrodestra, ma da qui al 2020 non posso escludersi cambiamenti di fronte. L'alternanza è uno dei pochi frutti maturi della stagione politico-istituzionale inaugurata nel biennio 1992-1994. Il Partito democratico deve uscire dall'incertezza. Aver sollevato critiche puntuali corrisponde ai doveri dell'opposizione, prima ancora che alle sue prerogative. Ma non ha senso irrigidire il giudizio sulla scomposta operazione che ha prodotto, solo dopo annunci di vario segno, la nomina di Mario Pescante alla presidenza del Comitato promotore. Nessuno chiede di trasformare la normale dialettica politica in una magica atmosfera di buone intenzioni e gioiose intese. Noi sappiamo che a livello internazionale una candidatura olimpica non sostenuta adeguatamente è destinata a cadere prima che si apra qualsiasi confronto. Il Cio vuole avere la garanzia preliminare che la proposta di Roma è valida oggi e resta valida anche domani; che fra due anni, per essere chiari, un nuovo quadro politico nazionale e romano non costituisca elemento di blocco o di revisione degli impegni assunti all'origine. Veltroni e Bettini sbagliano a chiedere l'azzeramento del Comitato promotore e a pretendere l'autoesclusione del Partito democratico. Quali che siano i timori e i dubbi, in parte pure condivisibili, resta l'esigenza di assicurare un sostegno forte e leale alla prospettiva di Roma 2020. Semmai, proprio le peculiari sensibilità dell'opposizione possono e devono trovare espressione in una vice-presidenza ben identificabile in termini politici. Senza questo atto di responsabilità c'è il rischio fondato di rimanere infangati nella palude della spregiudicatezza e delle inutili astuzie. * Senatore del Pd

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