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I cristiani devono ritrovare il loro ruolo nella società

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ClaudioLo Tufo Esiste una chiesa silenziosa e laica che fa dell'applicazione della Dottrina Sociale la propria missione nella società civile. Di questa chiesa silenziosa fa parte a pieno titolo il Movimento Cristiano Lavoratori, associazione a carattere sociale, di solidarietà e volontariato che intende promuovere l'affermazione dei principi cristiani nella vita, nella cultura, negli ordinamenti, nella legislazione. Il Movimento presieduto da Carlo Costalli opera come gruppo ecclesiale di testimonianza evangelica organizzata e in fedeltà agli orientamenti del Magistero della Chiesa e della sua Dottrina Sociale. L'obiettivo è ridare centralità ai valori cristiani nella vita di tutti i giorni. «Stiamo crescendo e trovo sempre più partecipazione tra la gente. Certo, più in provincia che nei grandi centri, ma d'altronde con una certa politica è sempre più difficile lavorare e dialogare», dice Costalli alla vigilia della Conferenza nazionale degli amministratori locali in programma oggi al Starhotel Metropole di via Principe Amedeo. Come giudica l'azione di governo di Alemanno? «Siamo stati favorevolmente sorpresi dall'attenzione offerta dal sindaco al mondo cattolico e alle periferie. Crediamo che si possa partire proprio dalla Capitale per far sì che la nostra attività, così forte nelle province italiane, possa divenire un punto di riferimento anche nelle grandi città». Perché un incontro con gli Amministratori locali? «Non è la prima volta che affrontiamo il tema della Pubblica amministrazione. Si tratta di una forza socialmente e culturalmente significativa. Con loro vogliamo affrontare i problemi e le scadenze, mettendo al centro i valori, pilastro fondamentale della nostra cultura cristiana». Cosa pensa dell'impegno dei cattolici in politica? In giro non se ne vedono poi molti? «Non posso far altro che ripetere quanto detto dal Pontefice. Dobbiamo ritornare a fare politica e a essere presenti nella vita del Paese, ma non è facile mi creda». E cosa ve lo vieta? «I giovani guardano alla politica con un distacco. D'altronde lo spettacolo non è dei migliori. Non ci piace quello che sta accadendo e si fa fatica a immaginare un modo per cambiarlo. Dobbiamo lavorare per recuperare i nostri valori e ricostruire il Paese. All'interno del mondo cattolico c'è stato un grande dibattito sul tema della presenza in politica e se pur in ritardo abbiamo capito che dobbiamo tornare ad animare l'Italia». Qual è l'equilibrio tra Stato e Chiesa nel Terzo Milennio? «Credo che la Chiesa intervenga sempre sui soliti tre temi perché per noi cattolici sono valori imprescindibili. Quanto si parla di cattolici in politica si tratta di una cosa diversa, non vogliamo "vescovi politici" ma uomini con una coscienza cristiana che sappiano declinare i nostri valori nella Cosa pubblica».

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