
Profughi e abusivi

Un lasciapassare da profugo in tasca non dà il diritto ad occupare immobili e a farci quello che ti pare. Ha ragione il sindaco Alemanno quando dice che «non è un problema di controllo del territorio né di sicurezza urbana ma di luoghi occupati dove avvengono reati». Eppure i somali arrivati a Roma avevano già l'indirizzo di via dei Villini, la sede dell'ex ambasciata, in tasca. E non da oggi. «Sono 12 anni anni che esiste quella situazione - conferma l'assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso - Quando i somali arrivano in Italia hanno già quell'indirizzo, è un circuito informale di mutuo soccorso. Ci sono alcuni che sono lì da anni e magari hanno già avuto l'assistenza, ma non sono riusciti a rendersi indipendenti, e altri che magari sono arrivati da poco e non avranno lo status di rifugiati. In Italia non c'è una legge che garantisce l'assistenza sociale dei profughi». E dunque se da ieri sera i 72 abusivi finalmente sgomberati vagano per la città non è colpa dell'assessorato. Semmai dello Stato. «L'amministrazione comunale non è stata investita dell'assistenza da parte degli organi competenti» conferma Belviso che spiega che l'assistenza ai profughi è per legge solo in entrata. Cioè entro i 6 mesi, termine in cui la commissione territoriale di governo deve esprimersi sulla richiesta. In questo periodo i profughi passano dai Cara ai posti Sprar, 2.500 a rotazione ogni 6 mesi, in Italia. Ma poi scelgono Roma, o Milano, le grandi città insomma. Per questo Belviso ha chiesto al ministro una normativa per spalmare le presenze in tutti i comuni. A Roma spendiamo 7 miloni e mezzo l'anno per assistere 1.600 profughi nei 22 centri dell'assessorato. Altri 1.200 sono in lista d'attesa, un migliaio - per Belviso - in edifici occupati». Come l'ex ambasciata somala che se non tornerà ad esserlo sarà chiusa. «Quel posto va chiuso, è una vergogna. E vanno espulse tutte le 70 persone che ci sono dentro e che non hanno fatto nulla mentre si commetteva una violenza sessuale efferata» ha detto il sindaco Gianni Alemanno. Che ha avuto le mani legate, con l'opposizione compatta a dargli addosso ad ogni prova di sgombero. Ma stavolta «o l'ambasciatore è in grado di riprendere il controllo di quel posto - ha detto il sindaco - oppure va murato». Intanto sono fuori gli abusivi. Che ora vagano per la città. Chissà forse anche loro stanotte dormiranno al Forlanini.
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