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Guerra della droga all'ombra delle torri

Le torri di Tor Bella Monaca

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La pace criminale è finita. A Tor Bella Monaca è scoppiata la guerra per gestire lo spaccio di droga. Tra bande di trafficanti di quartiere che dispongono di soldati e gruppi di fuoco. I lampi di questa battaglia hanno già insanguinato le strade della città. A partire dall'aprile scorso, in via dell'Archeologia, con la gambizzazione di due pregiudicati. È proseguita a metà agosto a Cinecittà col ferimento di un altro, e poi in via Torraccio di Torrenova, sempre sulla Casilina. E ancora all'Alessandrino. Gli investigatori tengono gli occhi aperti. Sono attenti a vedere se in controluce si nota il filo che unisce una vittima all'altra, se i caduti sono gregari dei gruppi criminali contrapposti. E così sembra. La trama nera appare antistorica, in rotta con le regole del mercato invece che non ammette padroni ma è libero: chi ha lo stupefacente lo spaccia. Sono finiti i tempi della banda della Magliana che chiuse la bocca ai concorrenti obbligando i sopravvissuti a spacciare la sua droga nelle strade di Roma. Gli agguati però hanno squarciato il velo e lasciato intravvedere la prepotenze di nuove organizzazioni con i loro galoppini che smerciano dosi e il gruppo di fuoco che spara a chi non vuole capire come vanno le cose. A farne parte soprattutto giovanissimi, i più vecchi superano di poco i quarant'anni, qualcuno ha respirato alla lontana il clima dei famigerati sodalizi criminali e vogliono fare come loro, imporre il monopolio: dalla qualità della droga agli orari in cui spacciarla.   I prezzi medi sono questi. Mezzo grammo di cocaina viene venduto a 50 euro, a 35 la stessa quantità di eroina. La polvere comprata dal fornitore di primo livello è pura all'80 per cento. Il grossista di quartiere la taglia fino a quattro volte: una parte di droga, tre di sostanza da taglio, che significa mannite, bicarbonato, borotalco, psicofarmaci ma c'è anche chi ha mischiato la calce. Quindi i guadagni sono stratosferici. A Tor Bella Monaca le piazze dove si scambiano soldi e dosi sono stabilite. Nel primo cortile, dov'era l'Ente comunale di consumo e la farmacia, gira eroina da spararsi in vena nella buca che è proprio al centro. Nel secondo, con due bar e il pastificio, si trova la cocaina. Per il comandante della stazione di Tor Bella Monaca dei carabinieri, il luogotenente Michele Di Stola, che proprio la scorsa settimana ha festeggiato 19 anni di servizio nel quartiere, è un lavoraccio. Con le sue ventuno torri, Tor Bella Monaca sembra fatta apposta per offrire riparo a chi non vuole farsi vedere. Quindi quando si arresta qualcuno è per tenacia, perché il malvivente è stato sorpreso nel covo o nei garage sotterranei mentre commetteva il reato. Le mafie sarebbero distanti dai venti di guerra limitandosi a guardare. I clan hanno i rapporti coi trafficanti internazionali, importano i carichi di cocaina, hashish ed eroina e poi dirottano la roba sui vari mercati. E Tor Bella Monaca è una zona che tira, in cui si vende parecchio. Alla criminalità organizzata però non interessa stabilire chi deve spacciare, gli acquirenti non mancano mai. Al limite possono cambiare, magari a causa di arresti. I carabinieri della Compagnia di Frascati e del Nucleo investigativo dello stesso Gruppo lo scorso anno hanno chiuso due inchieste mettendo in galera quasi insospettabili. Luglio 2010, operazione Matrix: sette arresti in carcere e 14 ai domiciliari. Operazione Green day: quindici in manette. In entrambi i casi l'accusa è stata di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga, il reato di «essere banda» che i giudici non hanno riconosciuto nemmeno a quelli della Magliana.  

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