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Il panico ruba i letti ai malati gravi

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Pronto soccorso intasati dall'effetto panico, oltreché dai sintomi pesanti di quest'influenza. La centrale del 118 di Roma subissata di chiamate, il 30% in più in questi giorni. Sempre occupati gli studi medici, tartassati di richieste di visite domiciliari. E chi ci rimette alla fine sono i malati gravi. «Il 45% di chi ha veramente bisogno di una visita a casa non hanno neppure avuto la possibilità di un contatto telefonico con la centrale di ascolto di Roma che solo a dicembre ha registrato 40 mila chiamate. E sono state costrette per questa ragione a recarsi al pronto soccorso o ad attivare il 118» lancia l'allarme Francesco Medici, medico di pronto soccorso del San Camillo Forlanini e vicesegretario Smi. Ma anche il 118 è tempestato di telefonate. E spesso da persone che l'influenza neanche ce l'hanno ma soffrono solo per una sindrome da raffreddamento parainfluenzale. E alla fine della storia finisce che medici altamente specializzati per casi gravi finiscano per essere in un certo senso "ostaggio" dell'effetto panico da influenza. Sottratti al territorio per traumi importanti e infarti. Lo fa capire anche il direttore della centrale romana del 118, Livio De Angelis, nella sua intervista. Invano s'è svociato il presidente della commissione Sanità di Roma Capitale, Ferdinando Aiuti. Ha lanciato appelli a restare a casa evitando inutili corse ai pronto soccorso, fonte, peraltro, di nuovi contagi da influenza. Mentre la governatrice del Lazio Renata Polverini è stata costretta ad attivare una corsia preferenziale per reperire letti negli ospedali. Insomma la paura fa novanta. E nonostante le rassicurazioni, i malati si fanno prendere dal panico per i sintomi pesanti «con febbre alta, diarrea nausea vomito, ma è una paura immotivata» dice Pierluigi Bartoletti, segretario regionale Fimmg. I morti registrati in Italia erano tutte persone già malconce. E siamo in pieno picco, e sarà così ancora per due settimane. A Roma e nella nostra regione abbiamo un'incidenza generale dell'8 per mille. «E non abbiamo ancora il numero verde» sottolinea Bartoletti. La fascia più colpita è quella da 0-4 con un'incidenza del 24 per mille. I nidi sono semivuoti. Ieri mattina Al «Girasole colorato» a San Paolo c'erano solo 5 bambini nelle classi che ne hanno 20 in media al giorno. Colpiti anche i ragazzini in età scolare tra i 5 e i 14 anni, sono il 14 per mille; 11,83 per mille quelli tra 15 e 24; 7,96 dai 24 a 44 anni; 5,26 per mille gli adulti tra i 44 e i 64. I vecchietti stanno meglio di tutti, con l'influenza solo l'1,25 per mille. «La fascia over 65 è quella che si è vaccinata ed è la più protetta» conferma Bartoletti. Per Francesco Medici, medico di pronto soccorso al San Camillo Forlanini e vice segretario Smi «la sitauzione è diventata tragica non solo con l'arrivo del picco influenzale, ma anche con l'obbligo della certificazione on line che ha creato una sovrasaturazione del servizio, con una valanga di richieste in più rispetto agli scorsi anni. E la colpa non è degli intasamenti non è dei dottori di famiglia. «Il filtro degli studi medici c'è - continua Medici - Il cittadino spesso si rivolge direttamente al servizio di emergenza perché sa di potersi avvalere di un'assistenza con una diagnostica di base completa, senza troppe attese. Un meccanismo sbagliato, in molti casi, ma che non si risolve obbligando i medici di famiglia ad orari assurdi».

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