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L'università, il gruppo musicale una fidanzata e poi la scelta di Dio

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Ha35 anni, ed opera come viceparroco nella chiesa di San Roberto Bellarmino. Sacerdote da un anno, eppure 35enne. Una vocazione tarda… «Il problema di essere sacerdote non si poneva: non era nei progetti, non ci avevo mai pensato. Il mio percorso è stato abbastanza normale: sono cresciuto in parrocchia, dalla quale ho "staccato" verso i 20 anni. Mi chiedevo se credevo e perché credevo. Non avevo risposte. C'era una situazione generale di smarrimento, che coincideva con il periodo della fine del Liceo. Non sapevo chi ero, cosa volevo fare. Ho cominciato l'università, ma gli studi non andavano. Allora ho fatto l'anno di militare, poi sono ritornato all'università. Non facevo molti esami, non riuscivo a studiare. Ho deciso di interrompere anche l'università. Mi sono messo a lavorare, e dato che io suono la chitarra ho cominciato a suonare in giro con un po' di gruppi. È in quel periodo che ho iniziato a confrontarmi con un sacerdote. Da lì è partito un percorso su di me, un percorso umano. Lì ho trovato le risposte giuste». Crede che ci sono molti ragazzi "smarriti" come si è sentito lei? «Penso che ce ne siano tanti. Ma è un problema globale. Il tessuto sociale è un po' più disgregato, i ragazzi spesso vivono con famiglie divise e poco presenti. Però credo che oggi la difficoltà più grande sia trovare qualcuno con cui confrontarsi. Gli ambienti aggregatori spesso mancano di valori, e sono molto competitivi». Cosa significa essere sacerdote oggi? «Parlerei in termini più generali: cosa significa fare una scelta di vita rispetto alla tua vocazione? Si tratta di andare a conoscere quello che Dio vuole per me e portarlo a termine. Se non comprendi il tuo progetto di vita, vivi il precariato più terribile che c'è». Non si è mai pentito della sua scelta? «Ho fatto un percorso durante il quale ho avuto la fortuna di sperimentare anche l'amore per una donna. Non ho rimpianti nella mia scelta, perché ho avuto la possibilità di scegliere il mio cammino in un momento della vita in cui avevo tutto, e dunque era il momento migliore per farla, perché ero davvero libero. Essere sacerdote è un dono per me. Se mi guardo indietro, la vocazione è la cosa più grande che abbia avuto nella vita». And. Gag.

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