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La spintarella è sempre bipartisan

Uno dei tram che attraversano la Capitale

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Figli, parenti, amici di amici, consiglieri municipali e comunali, ex assessori e "trombati" alle elezioni. Basta la «spintarella» giusta al momento giusto per avere un contratto, in moltissimi casi anche superiore alle competenze del singolo, in una delle aziende partecipate. Siano del Campidoglio o della Regione. E, a un certo punto, non è bastato neanche più. Negli ultimi dieci anni infatti si sono persino costituite delle società ad hoc proprio per creare posti di lavoro. Un esempio per tutti, denunciato da Il Tempo poco più di un anno fa, quello di Media Lazio, una società con un presidente e consiglieri di amministrazione ma senza neanche un dipendente. O ancora, il caso della Marco Polo, una società mista Ama-Acea dove la mansione degli operatori era quella di pulire gli spogliatoi degli spazzini. E che dire della società regionale Risorsa srl che la Polverini ha deciso di chiudere vista la sua inutilità? Il presidente è l'ex minisindaco del IV Municipio di centrosinistra. Adesso, il caso della «parentopoli» in Atac dove in meno di due anni si sono assunte più di 800 persone, indigna il centrosinistra. Un'indignazione giusta, sia chiaro, ma che perde di credibilità di fronte a un vero e proprio sistema costruito proprio dal centrosinistra, al governo della Capitale per 15 anni consecutivi e che vede negli assunti in Atac consiglieri comunali, come Valeriani, Stampete, Ozzimo, figli di altri consiglieri, come Policastro, (il consigliere del Pd ha precisato che i figli sono entrati tramite concorso). La lista è lunga, così come in Ama, Acea e anche in Cotral dove ricordiamo, si è proceduto a una promozione di massa di 89 dipendenti, tra i quali diversi consiglieri municipali del Pd e del Pdl. È il caso di Nicola Simoniello, consigliere del VII Municipio del Pd che ha precisato «di non essere, purtroppo, il braccio destro di nessuno e di essere stato assunto a seguito di prove selettive in base a titoli alle quali hanno partecipato una pluralità di candidati». O, tanto per rimanere nel VII Municipio, del consigliere Pdl Cheren Tedesco, o il presidente del III Municipio, Marcucci del Pd. E se prima, senza veli, si procedeva a chiamata diretta oggi le procedure di assunzione avvengono con prove selettive, bandi, ricerca del personale tramite agenzie specializzate. Tutto in regola? Formalmente sì. Il dubbio viene comunque quando la ricerca del personale, anche tramite agenzie specializzate, è stata pubblicata ad esempio per un solo giorno. Una circostanza affatto rara. Un sistema di gestione politica e di potere al quale nessuno è immune. Un posto di lavoro in un'azienda municipalizzata consente ad esempio di fare politica a tempo pieno o di soddisfare quelle esigenze di elettorato che significano non soldi, sia chiaro, ma voti. E appare persino banale sottolineare come la maggior parte dei problemi di bilancio delle società, e dunque delle amministrazioni, derivi anche da questo. Le assunzioni facili, o meglio facilitate, provocano anche anomalie contrattuali. Così, come ci scrive un dipendente Atac commentando il «reclamo gerarchico» chiesto e ottenuto da 89 dipendenti Cotral e fermi invece da oltre un anno in Atac. Dal 2005 le assunzioni impiegatizie in Atac vengono effettuate non con il contratto amministrativo ma con quello «servizi ausiliari della Mobilità». Strada aperta al reclamo gerarchico insomma. L'Atac intanto ha avviato un'indagine interna sulle assunzioni degli ultimi 10 anni. Due anni fa la giunta Marrazzo nominò una commissione sul caso delle consulenze e delle assunzioni in Astral. Non si seppe nulla e nulla accadde. Speriamo che l'epilogo stavolta sia diverso.

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