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Non ancora nati e già in lista d'attesa

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Due bambini a letto con la febbre alta visitati da una pediatra

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Le lunghe liste d'attesa negli ospedali sono uno dei mali della sanità. E questo, purtroppo, lo sanno tutti quelli che cercano di prenotare una visita presso le strutture sanitarie pubbliche. Mesi e mesi di attesa prima di poter avere un appuntamento, anche quando le patologie sono molto gravi. Ma il cronico problema dei tempi lunghi non travolge soltanto i pazienti adulti, ma anche chi al mondo non è ancora arrivato. Chi si trova nella pancia della mamma, infatti, già dovrebbe «preoccuparsi» di prenotare una visita medica in ospedale, sempre nella speranza di trovare posto. Come è possibile? Semplice. Una ecografia alle anche, ad esempio, esame che si deve eseguire sul neonato tra il secondo e il terzo mese di vita, è praticamente impossibile riuscire a prenotarla nei tempi necessari a causa delle lunghe liste d'attesa. Quindi addio prevenzione, l'esame sarà effettuato quando il bimbo sarà già grande. Per evitare il problema, e dunque dover ricorrere a strutture private, i genitori del neonato dovrebbero prenotare la visita quando mancano ancora diversi mesi alla nascita. Ad affrontare questo disagio sono soprattutto mamme e papà di piccoli venuti al mondo in una struttura privata. Chi ha partorito in un ospedale pubblico, infatti, ha diritto alla prima visita da effettuarsi nello stesso presidio, e inoltre ha la priorità sugli esami prenotati al centralino regionale. I "privati" invece per rispettare le prescrizioni del pediatria sono obbligati a rivolgersi a un centro a pagamento. Ma non finisce qui. Anche se una mamma ha partorito in un ospedale, per fissare un appuntamento deve sperare di avere fortuna. Sì, perché nella maggior parte dei casi gli orari per la prenotazione vanno dalle 8 alle 10 del mattino. E riuscire a sentire una voce che risponda al centralino del Cup è difficile tanto quanto fissare in tempo una visita per il figlio.

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