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E il questore aumenta i presidi

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Questore Tagliente, i pronto soccorso degli ospedali ultimamente sono diventati prime linee. Che fare? «In primis, la sicurezza nei presidi sanitari è demandata alla vigilanza privata la quale può chiamare il 113 e richiedere il nostro intervento. Come del resto avviene spesso. Per quanto mi riguarda, ho cercato di mettere i poliziotti dove servivano, di potenziare la presenza dei nostri operatori laddove ci sono presidi, aprendoli dove non c'erano. Un poliziotto nella struttura significa occhi e orecchi attenti, sensibili alle necessità dell'ambiente e dei cittadini. È una sorta di sensore istituzionale, di collegamento». Il personale nei presidi ospedalieri dipende dal Commissariato di zona già in sofferenza d'organico. Come se ne esce? «Il numero dei poliziotti dipende dalle risorse disponibili, è vero. È importante non privare i nostri uffici di un punto di riferimento. È necessario che l'operatore sia accessibile e disponibile. Però può essere anche un solo uomo. E non mi sembra che abbiamo perso terreno. Anzi».   In alcune strutture sanitarie il posto di polizia non è visibile, accessibile. Sembra che le direzioni li abbiano messi all'angolo. C'è qualche ospedale che ha richiesto la vostra presenza?  «Sì, il San Giovanni Addolarta. Ma non è un caso isolato».   Cioè?  «Da quando mi sono insediato ho varato i posti di polizia all'Aurelia hospital, al Sant'Andrea, al Cto della Garbatella e all'ospedale di Civitavecchia. Sto razionalizzando, sto cercando di riorganizzare il personale di polizia tenendo presenti le esigenze del territorio e dei vari operatori che vi lavorano. Un'operazione che va eseguita con equilibrio, cercando di non scoprire alcuni settori per coprirne altri. Gli ospedali rientrano tra queste priorità. Ma ribadisco il concetto. Non si può pensare che nell'ospedale si organizzi un posto di polizia con gli uomini di un Commissariato, con un organico dai grandi numeri. Non spetta alla polizia questo ruolo di presidio della struttura. Questo è un obiettivo che ciascun ospedale valuta in base alle proprie esigenze e raggiunge nel modo che ritiene migliore. Noi il nostro dovere lo facciamo».  

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