
L'incubo delle classi-pollaio

Si fa un gran parlare di classi-pollaio, cioè in sovrannumero (per legge alle primarie il tetto massimo è 25 alunni, alle secondarie inferiori 27, alle secondarie superiori 28, più il 10% per classe). E anche se in molti istituti la formazione finale delle classi è ancora in fieri il Codacons ha già lanciato l'allarme invitando i genitori a segnalare sul suo sito e sul blog la situazione della scuola dei propri figli. Secondo l'associzione dei consumatori l'affollamento delle classi è direttamente collegato alla riforma Gelmini basata sui tagli del personale. Nella Capitale a risentire maggiormente della situazione sono le prime classi delle primarie proprio negli istituti e plessi più gettonati e «appetibili». A mettersi le mani nei capelli sono i maestri che hanno finito le quinte e che quest'anno ricominciano con le prime in piena riforma Gelmini (quella del maestro unico, per intenderci) che ha tagliato le compresenze. «Con una classe di 27 e più bimbetti turbolenti e di varie etnie - spiega un'insegnante - anche quelle quattro ore di compresenza seppure diluite settimanalmente potevano essere comode per organizzare lavori in gruppi». Il problema è reale: una volta il dirigente scolastico che si trovava di fronte una situazione in sovrannumero poteva sdoppiare la classe. Oggi c'è carenza di organico e non si può. Secondo il Codacons il monistro Gelmini dovrebbe rivedere la riforma e integrare con i precari. Maria Rita De Santis, segretario regionale dello Snals, invece, affronta la questione da un'angolatura diversa: «Un passo avanti sarà la chiusura dei plessi polverizzati che assorbono personale e abbassano il parametro del rapporto tra docente e alunni: Quello italiano è tra i più bassi d'Europa ma non rispetta la realtà». E il sovrappopolamento di alcuni istituti? «Le priorità sono la razionalizzazione e il potenziamento dei servizi alle famiglie. Il Ministero attraverso l'anagrafe degli alunni deve monitorare la distribuzione segnalando in anticipo alle famiglie le situazioni di sovraffollamento».
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