
Prati invasa dai manichini abusivi e passa la voglia di fare shopping

Le vie commerciali del quartiere Prati sono invase, illegalmente, dai manichini dei negozi. Un'occupazione abusiva del suolo pubblico in piena regola che costringe i romani, nei casi più estremi, a un vero slalom tra i fantocci piazzati sul marciapiede. E le strade più importanti dello shopping della Capitale, fuori il centro storico, diventano peggio di un mercatino, neanche ci trovassimo nel peggior bazar di Istanbul. Il viaggio tra i «manichini selvaggi» inizia da viale Giulio Cesare. Qui c'è la più alta concentrazione di abusi. Lungo la strada che sfiora la prestigiosa via Ottaviano è un'invasione. Il caso più clamoroso riguarda un negozio di abbigliamento da donna che piazza ben nove manichini fuori l'entrata. È, in pratica, una vetrina a cielo aperto. «Così non possono stare - spiega il vigile che pattuglia l'incrocio con via Leone IV - perché è una chiara occupazione del suolo pubblico e il gestore del locale è multabile. Se il manichino fosse dentro il negozio anche sulla porta d'ingresso non ci sarebbe alcun problema, ma così piazzati è un abuso». Lungo viale Giulio Cesare ci sono altri quattro casi come questo. Occupazione del suolo pubblico anche per alcuni commercianti in via Candia. A piazza Risorgimento, invece, un ferramenta espone un un manichino-operaio con i suoi attrezzi fuori la serranda. E nei dintorni del Vaticano i negozi di souvenir non sono da meno. A borgo Pio, borgo Vittorio e via di Porta Angelina ricordi, souvenir, guide turistiche, cappelli, cartoline e foulard sono in bella mostra sul marciapiede. Anche qui i vigili che passeggiano a via del Mascherino, alle porte della Santa Sede, confermano: «No, è occupazione illegale». Più «pulita» via Cola di Rienzo. Lì, al centro dello shopping di Prati - quasi - nessuno si azzarda a invadere il marciapiede con la propria merce. Eppure, ecco che a piazza Cola di Rienzo un noto negozio di abbigliamento sportivo espone i suoi manichini fuori l'entrata. Gli altri commercianti, che rispettano lo spazio pubblico, restano indignati. E inermi di fronte a casi come quello di via Traspontina, dove un negozio di elettrodomestici mette in mostra sul marciapiede otto condizionatori. Alla faccia del decoro.
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