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Giulia Bianconi Tredici ambulanze, due auto mediche e altrettanti quadricicli sanitari (dotati di defibrillatore e attrezzature di rianimazione) a Ostia, Fiumicino, Fregene, Maccarese, Focene, Passoscuro, Palidoro, Pomezia e Ponte Galeria.

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Èsoltanto una parte del programma Estate Sicura. Un piano a costo zero studiato dalla Regione Lazio per la sicurezza di residenti e turisti sul litorale romano. Il programma, presentato ieri mattina al Grassi dal presidente Renata Polverini, dal presidente della commissione Lavoro e politiche sociali Maurizio Perazzolo, e dal commissario straordinario della Asl Roma D Graziella Ansuini, punta sul potenziamento di personale mezzi, fino a settembre, delle strutture sanitarie mobili nelle località balneari. Ma anche sei «azioni positive» per il nosocomio del Lido: un ambulatorio per soli codici bianchi, il potenziamento nel weekend e nei giorni festivi di tutti i reparti dell'ospedale, un servizio di informazione riguardante primo e pronto soccorso, l'attivazione di un monitor nella sala d'attesa del pronto soccorso per verificare tramite il codice del paziente i tempi d'attesa, l'organizzazione di un nucleo di accoglienza per degenti e familiari e, infine, una sala d'attesa per i pazienti in attesa di ricovero appena concluso il triage. «Abbiamo il dovere di dimostrare che il nostro sistema sanitario è supportato da medici e infermieri di eccellenza - ha spiegato Renata Polverini – Lo possiamo fare mettendo a sistema diverse forze lavoro, anche riducendo i costi». «Con questo progetto possiamo garantire la giusta assistenza sanitaria», ha aggiunto Maurizio Perazzolo, mentre per il commissario Ansuini «era necessario intervenire visti i sessantamila pazienti che ogni anno si servono del pronto soccorso del Grassi». Ma il Governatore del Lazio è intervenuto anche sulla questione della Casa del parto, il cui servizio è stato sospeso da un paio di settimane: «Martedì daremo una risposta sicura alle future mamme che attendono la riapertura della struttura». L'azienda sanitaria è stata costretta a fermare l'attività di Acqualuce perché manca l'autorizzazione regionale. Per i Cobas «è mancata una reale organizzazione del personale, con turni massacranti delle ostetriche in servizio già in ospedale».

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