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Il day-hospital chiude per ferie

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Sant'Eugenio Non si trova un sostituto per l'unico medico. Pazienti infuriati

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Inaccordo con il direttore del dipartimento, si comunica che per esigenze di servizio il day hospital medico sarà chiuso dal 19 al 24 luglio 2010». Mancano i cordiali saluti ai pazienti, ma è come se ci fossero. L'asettico avviso proviene dalla direzione sanitaria del Sant'Eugenio e reca il protocollo numero 3285 del 15 luglio: in ballo c'è una settimana di chiusura del II day hospital di medicina di uno dei più grandi ospedali della capitale. Solo qui circa 150 pazienti sono seguiti ogni settimana nel corso di terapie il più delle volte salvavita. A lanciare l'allarme sono proprio loro, gli utenti, che dal 19 al 24 luglio dovranno arrangiarsi come potranno perché nessuno ha trovato un medico per sostituire la responsabile della struttura, la dottoressa Codato, che mancherà per una settimana. Lo spiega Anna D'Angelo, invalida al 100%, due volte a settimana qui in day hospital per fare le endovenose che la mantengono in vita. Non è sola, la signora D'Angelo, in questa protesta che per poco non diventa rivolta. Con lei ci sono altri pazienti, ognuno con la sua croce: molti non se la sentono di mettere nome e cognome sul giornale, e allora bastano le iniziali, come per la signora G.G., affetta da una grave miastenia, «Mi ritengo fortunata perché con oggi finisco la terapia per qualche settimana, per cui salterò il periodo di chiusura, ma qui ogni volta è una guerra»; o P.R., colpita da una grave carenza di ferro. Ma in reparto i casi sono tanti, c'è Annamaria D'Amelia ad esempio, o Debora Sabia, o ancora Daniela Moretti: «È un disservizio gravissimo – spiegano in coro – ci sposteranno da un reparto all'altro se va bene, altrimenti molti di noi dovranno ricorrere alle cure del pronto soccorso senza il personale che ci segue abitualmente». E non è una cosa da poco. Il legame con medici e paramedici del day hospital è fortissimo, pazienti e infermiere si conoscono da tempo, chi viene qui per una trasfusione o una flebo in tanta sofferenza trova almeno un volto e una voce amica: «Le infermiere sono persone d'oro – spiega Debora, che ieri ha presentato un reclamo in direzione sanitaria – ci aiutano molto».

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