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Pecore, pony e maialini La Fattorietta del Cupolone

L'asino Gelsomino occolato da due bimbi

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Fattoria con vista sul Cupolone. Non è uno scherzo. Volendo toccare con mano, percorrete un centinaio di metri da via Gregorio VII: vi troverete in vicolo del Gelsomino 69 a due passi da San Pietro (info 338-2916918). A svelarvi l'arcano ci penserà un cartello che dice:«Attenzione, attraversamento bambini e animali!». Se ancora siete scettici, basterà allungare l'occhio per avvistare il trattore parcheggiato davanti la cascina, la cavalla a zonzo e tanta gente incapace di starsene con le mani in mano. Bambini con il pollice verde, agricoltori mancati, cittadini ecologici e animalisti incalliti: non sfugge proprio nessuno. C'è la fila per sdraiarsi tra i fili d'erba della Fattorietta, un angolo di campagna nel centro di Roma. È stato sufficiente chiudere i libri di scuola nel cassetto per trasformare il luogo in un centro estivo. Ma non uno qualunque, tant'è che si chiama la «Fattoria della Gioia». Il posto dove riscoprire l'ancestrale rapporto tra umani e animali, all'insegna del rispetto per l'ambiente. A patto siate disponibili ad andare a scuola di pace. La insegna Italo Cassa. Anche se qui a farla da padroni sono il pony Gelsomino, la mucca Polly, la cavallina Shakira, i maiali vietnamiti come Isotta che circola libera per la Fattorietta. Che dire degli asini Ernesto e Giulia, con il gallo Cesare, le papere Spartaco e Messalina, i conigli, le pecore Nina, Milva e le altre imparentate con i capretti Pelo, Ponneso e Salina, senza dimenticare il pavone Valentino? Sembra impossibile, eppure là sotto un tempo c'era una tenuta ridotta in discarica. Poi è arrivata Orietta Tiburzi ed è stata tutta un'altra musica. «Sulla Portuense ho raccolto una pecora ferita che però non potevo tenere in casa. Così - racconta la proprietaria - ho bonificato il terreno. Il resto lo inventiamo ogni giorno. Ci sono olive che la gente raccoglie per farne olio. Il pane da impastare insieme e cuocere nel forno a legna. La capra da mungere per farne formaggio. L'orto delle farfalle piantato dai bambini». Tutto divertenendosi, riscoprendo il clown che è in noi. Dipingendo il vento. Diventando attori. Realizzando un cortometraggio. Giocando, tanto anche. E chissà che non decidiate pure di assaggiare i piatti cucinati da Orietta e da suo marito, con annessi cognati e cugini? Magari non perché il verde, gli animali e la natura "fa moda" ma semplicemente per la voglia di andare a vivere in campagna, sogno sempre più condiviso da chi è stanco della vita frenetica di città. D'altronde la passione verde invade la casa: pareti-orto in cucina, serre su balconi, davanzali aromatici. Eppure, per molti bimbi la campagna è ancora un mondo sconosciuto.

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