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Effetto caldo record su 118 e studi medici

Roma, piscina sulle sponde del Tevere

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Il caldo è arrivato tutto insieme e non ci ha dato il tempo di abituarci. Soffrono i malati cronici, gli anziani cardiopatici e con malattie respiratorie e i bambini. Ma si sentono male anche i giovani sani come un pesce perché sfidano l'afa senza prendere precauzioni. E la macchina del soccorso sanitario va in tilt, insieme agli studi medici che registrano il raddoppio delle presenze in ambulatorio e una raffica di telefonate per avere consigli. Da ieri mattina, il centralino dell'Ares 118 è preso d'assalto da residenti e turisti. «Siamo sotto assedio - conferma il direttore della centrale operativa del 118 di Roma, Livio De Angelis - Già dalle prime prime ore della mattina abbiamo registrato un aumento del numero delle chiamate: +40% rispetto alla media, che è di circa 3 mila chiamate e 1.500 interventi al giorno».   In compenso manca il personale e ieri è stato chiuso la postazione 118 notturna a Prima Porta. «Molte di queste chiamate - ha spiegato De Angelis - sono riconducibili al gran caldo. A chiedere aiuto sono perlopiù anziani e persone che già devono fare i conti con disturbi cardiocircolatori o respiratori. Pazienti che con queste temperature perdono il loro equilibrio e accusano malori. Hanno dei mancamenti. Numerose chiamate riguardano però anche bambini, spesso al mare che giocano sotto un sole cocente. Gran parte di questi interventi riusciamo a risolverli sul posto, altri li trasportiamo negli ospedali della zona». Ma la colonnina di mercurio non sta risparmiando nessuno, neanche ragazzi e ragazze in forze, che godono di ottima salute. «Giovani sani ma imprudenti - continua il direttore del 118 - che non seguono le regole basilari per proteggersi dal gran caldo, come ad esempio quella di idratarsi a dovere. Spesso si tratta di giovani turisti - sottolinea il direttore del 118 - che anche nelle ore più calde attraversano a piedi la città. Molte chiamate - conclude De Angelis - ci arrivano infatti dal centro, dal cuore turistico di Roma». In sofferenza anche il Pronto soccorso del San Camillo. Ma il caldo c'entra solo in parte. «È intasato, ma non da oggi, perché continua a essere un porto di mare» dice Angelo Longo, direttore del Gipse (Gestione informazione pronto soccorso emergenza) che spiega: «ci inviano pazienti dagli altri ospedali, persino dal Grassi di Ostia e senza nemmeno farci una telefonata tanto lo sanno che qui non si manda via nessuno». Se la macchina dell'emergenza s'intoppa è anche per l'uso improprio. «Spesso inviano pazienti anche per cose banali - continua Longo - se c'è una contusione cranica con una piccola soffusione emorragica. Invece anni fa a Ostia, se vogliamo prendere ad esempio questo ospedale, si faceva la tac e se non era una cosa urgente l'osservazione si faceva lì, oggi invece tutti da noi».   Un bel da fare ieri l'hanno avuto anche i medici di famiglia. «In quattro ore ho visitato quasi 30 pazienti contro una media di 13 nello stesso periodo dell'anno scorso - dice Pierluigi Bartoletti, segretario regionale della Fimmg - Fino a giugno ci sono state temperature primaverili e pioggia, poi è scoppiato il caldo e l'organismo non si è ancora abituato». Atipiche anche le malattie lamentate. «Raffreddori, laringiti e malattie da raffreddamento in genere, causate dall'alternanza caldo-freddo oltre a malattie renali e cistiti causate anche dall'acqua fredda delle piscine».  

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