Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Quando l'altra mattina i finanzieri lo hanno arrestato nella sua casa vicino a piazza di Spagna con l'accusa di bancarotta fraudolenta, è apparso sorpreso ma tranquillo

default_image

  • a
  • a
  • a

PerSimone Chiarella, 40 anni, romano, manager di successo nei settori immobiliare, dell'editoria fino ai cavalli, il difficile verrà adesso. Un anno fa, la sua ex moglie, Giuseppina Caltagirone, figlia di Gaetano, morto il 16 febbraio scorso, e socia in affari, lo ha denunciato per un presunto pasticcio patrimoniale. Al centro l'Hotel Dolomiti, valore 25 milioni di euro, al quale sono collegate tre società, secondo gli investigatori tutte facenti capo al Chiarella. Il sospetto è sorto su un passaggio di denaro - 17 milioni di euro - mai avvenuto, con il conseguente crac di una delle tre sigle societarie: per la polizia tributaria del Comando provinciale di Roma è stata una bancarotta fraudolenta, e l'imprenditore avrebbe commesso anche «infedeltà patrimoniale». Nell'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Stefano Fava, gli uomini del capitano Daniele Corradini sono andati a ritroso. Dal fallimento della Immoc, con sede a Roma, dove perlaltro si trovano le altre società. Secondo gli investigatori, la srl volutamente sarebbe stata portata al dissesto e svuotata del suo patrimonio, in particolare delle quote del capitale sociale dell'Hotel Dolomiti e dell'immobile adibito ad albergo, in favore di un'altra società, la Agricola Taca, sempre di proprietà di Chiarella. Lo svuotamento delle casse sarebbe avvenuto con operazioni di riorganizzazione societaria, passaggi di quote azionarie e operazioni commerciali simulate, per le quali in pratica - hanno accertato i finanzieri - il pagamento non è mai avvenuto. Simone Chiarella è in carcere, a Regina Coeli. L'hotel, invece, è in buone mani, affidato a un amministratore nominato dal Tribunale di Roma che garantisce gestione degli affari e mantenimento dei posti di lavoro. L'imprenditore è coeditore della rivista bimestrale «Il giusto processo», è occupa un posto nel consiglio di amministrazione dell'Unire (Unione nazionale per l'incremento delle razze equine).

Dai blog