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Giro di valzer sui centri anziani

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Trentuno articoli e sei mesi di lavoro per riscrivere le regole dei 145 centri anziani della Capitale. Strutture più snelle, facilitazioni per l'accesso ai fondi ad esse destinati ma anche più controllo e verifiche puntuali sulla gestione di circoli dedicati alle attività per la Terza età. Così, il presidente della commissione capitolina alle Politiche sociali, Giordano Tredicine, dopo un lungo e approfondito confronto con i coordinamenti municipali, è pronto a portare il nuovo regolamento in Commissione e in Consiglio comunale. Diverse le novità introdotte, dall'obbligo di costituire in ogni centro anziani un'associazione culturale «in modo da facilitare la partecipazione dei centri anziani ai progetti dei singoli Municipi per le attività culturali», spiega Tredicine che annuncia anche la soluzione di una controversia storica sul pagamento di utenze e diritti: «Abbiamo stabilito che sia il Comune di Roma a mettere in bilancio ogni anno le spese per i diritti Siae e Rai per tutti i centri anziani della città». Via libera alle lezioni di ballo e a feste musicali nei centri anziani, da effettuare però rigorosamente negli orari di apertura fissati dal regolamento. In barba alla legge infatti, in numerosi casi si è verificato da parte di qualche nonno un po' estroverso, un utilizzo «vivace» dei centri anziani, con l'affitto dei locali per feste e gare da ballo fuori orario e con entrate extra. E il giro di vite arriva proprio sulla gestione economica delle 145 strutture. Verrà infatti istituita una commissione di controllo e di verifica del Campidoglio, presieduta dal presidente della commissione Politiche sociali, per il rispetto della nuovo regolamento da parte dei centri anziani. «La Commissione - spiega ancora Tredicine - potrà richiedere tutti gli atti necessari alla verifica della gestione e può anche destituire il Presidente del centro anziani che si sia reso responsabile di gravi violazioni del Regolamento». Ogni Municipio nominerà poi un «agente contabile» responsabile della gestione dei fondi di tutti i centri presenti sul territorio di propria competenza. Si volta pagina insomma con delle regole chiare che mirano soprattutto a quella trasparenza spesso omessa in un settore importante per la Capitale, come quello dei centri anziani che contano oltre 90 mila iscritti.

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