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Rapinatori con l'aiuto della camorra

Polfer (foto GMT)

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La camorra di Castel Volturno fornisce auto, distitivi e tesserini fasulli, poi loro, gli iraniani, arrivano nella capitale, rapinano i turisti spacciandosi per poliziotti e per un po' di giorni vanno a dormire negli hotel dell'hinterland e con la famiglia al seguito, per non dare nell'occhio. Ed è qui, a Pomezia, che venerdì notte i poliziotti del commissariato Viminale li hanno trovati, su segnalazione dei colleghi del Casertano. È stato un assedio cui è seguita l'irruzione, il tutto organizzato in poche ore ma dopo un'indagine durata settimane. Il bilancio finale è di sei arrestati, uno di loro ha precedenti per le stesse aggressioni a stranieri avvenute però in una città del Trentino. Da giorni il commissario Lorenzo Suraci riceveva denunce (oltre una decina) di stranieri di nazionalità diverse, che raccontavano di essere stati fermati nella zona attorno alla stazione Termini da finti poliziotti, scesi da grosse auto, mostrando rapidamente un tesserino con foto e distintivo, intimando loro di consegnare documenti e portafogli per controlli. Le vittime eseguivano, i rapinatori sparivano. In un caso, su una turista brasiliana, un iraniano è andato oltre, improvvisando una perquisizione e infilando una mano nelle mutandine della turista. Ma non tutte le fughe sono passate così rapide. Alcuni stranieri sono riusciti a trascrivere il numero di targa dei finti poliziotti, riferendolo poi agli investigatori del commissariato Viminale. Ed è così che la polizia è arrivata a Castel Volturno. Qui, infatti, risiedevano i reali intestatari delle vetture, i quali ai poliziotti hanno raccontato scuse varie: «Ho prestato l'auto a un amico», «Non la usavo da tempo», «Me l'hanno rubata». Venerdì scorso, da Castel Volturno arriva la segnalazione: gli iraniani, dai 25 ai 35 anni, si trovano in un hotel di Pomezia. Gli uomini del commissario Suraci si mettono in macchina e raggiungono l'albergo. Prima del blitz osservano: una delle vetture, una Volvo, è parcheggiata. Un'altra arriva nel frattempo: è un'Alfa 156. Quando sbucano i poliziotti, l'iraniano al volante cerca di scappare, subito bloccato. Nelle stanze ci sono gli altri, con i loro familiari. Le scorribande sono finite.

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